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Il Corsera avverte Silvio:guardati da oche giulive e camerieri anti-Monti
Silvio Berlusconi circondato da "camerieri e oche giulive". Definizione dura, quasi sprezzante, specialmente se a lanciarla è un moderato conservatore come Ernesto Galli Della Loggia, dalla prima pagina del Corriere della Sera. L'avvertimento al Cavaliere è chiaro: non deve lasciarsi condizionare dai (troppi) cattivi consiglieri (non si fanno nomi, ma i riferimenti a Daniela Santanchè, Vittorio Sgarbi e Cerchio Magico di Silvio sono abbastanza scoperti) e si riprenda quello che deve tenere 'in casa', cioè Mario Monti. Il premier è di sinistra? Assolutamente no. Di destra? Forse, sicuramente di una "destra storica", sottolinea Galli Della Loggia richiamandosi al suo "tono sommesso ma perentorio", "confidenza anche lessicale e sintattica con le buone maniere", una "certa esibita sprezzatura verso tutto ciò che sa troppo di popolare". Insomma, quasi tutto quello che Berlusconi e i suoi hanno spesso criticato e evitato di imitare. Però, continua il professore ed editorialista del Corsera, è assurdo che Berlusconi consideri Monti un "nemico" e che se lo lasci sfilare da D'Alema e Bersani. L'attacco del Corriere ai pidiellini, "populisti alla deriva", è pesante ma nasconde un fondo di verità: Monti basa la sua politica sul "principio di realtà", senza troppe preoccupazioni sociali. Va per la sua strada, come sul taglio degli statali e la spending review (ammesso che partiti e sindacalisti non facciano le barricate o preparino trappole), fa quel che si deve fare per salvare la baracca. Non sarà una rivoluzione liberale, ma forse è l'unica via possibile. Le contromosse del Cav - Bersani, un po' imbarazzato, ha smentito nelle scorse ore la volontà di arruolare Monti nel Pd creando così quel polo tecnico-politico tanto caro a Pierferdinando Casini. Ma è innegabile che proprio intorno al premier e al suo governo di professori si stia creando un progetto politico rischioso per il centrodestra, con la nascita in embrione di un centro-sinistra sempre più sbilanciato al centro. "Se lo tolgano dalla testa, se Monti vuole fare il Cavallo di Troia dei compagni a Palazzo Chigi noi gli stacchiamo la spina subito e si va al voto", ha detto Berlusconi ai suoi nel vertice di martedì sera a Palazzo Grazioli. Occorrono contromosse. Anche perché, come sottolinea Barbara Romano su Libero in edicola oggi, mercoledì 4 luglio, nel 2013 quell'asse Monti-Bersani-Casini rischia di sparigliare. Bocciato il presidenzialismo, con la Commissione del Senato che ha detto no all'elezione diretta del Capo dello Stato, occorre rivedere il sistema elettorale. Pollice su per il cosiddetto Provincellum, sistema identico a quello per le elezioni provinciali, su cui avrebbero trovato un'intesa anche Alfano e, guarda un po', Bersani.