Big Bang a Firenze
Renzi contro il Pd: che male c'è se piaccio al centrodestra?
Matteo Renzi rottama il Pd. Davanti a oltre 700 amministratori locali provenienti da tutta Italia per il "Big Bang Italia obiettivo comune" il sindaco di Firenze lo dice a chiare lettere: "Cari D’Alema, Veltroni, Bindi, Franco Marini, in tutti questi anni avete fatto molto per il paese, avete fatto molto per l’Italia ma adesso anche basta, si può servire l’Italia senza stare necessariamente attaccati ad una poltrona". L'attacco a Bersani - Ma Renzi ce l'ha prima di tutto con il segretario del suo partito Pierluigi Bersani. Prima ironizza sulla sua assenza alla convention: "Mi dispiace che quando facciamo qualcosa, casualmente le agende si complicano. Noi faremo la Leopolda 15 giorni prima delle primarie, spero non mettano niente in contemporanea". Poi, premesso che a lui "mi lega un sentimento di affetto”, lo attacca: "Credo che avere idee diverse non possa provocare un atteggiamento di insulti in una logica cannibale. Questa è una visione assurda: noi ci chiamiamo partito e anche democratico, la democrazia vera è rispetto dell’altro”. Ma non finisce qui perché il rottamatore corregge il motto del suo segretario: "l'espressione fedeltà alla ditta come dice Bersani mi lascia perplesso. Io direi leali a una comunità, e la nostra lealtà non è in discussione”. Vincere le elezioni - Il sindaco di Firenze si toglie anche qualche altro sassolino dalle scarpe. Innanzitutto risponde per le rime ai "colleghi" che ce l'hanno con lui perché è ammirato dal centrodestra. “Piacere all’altra parte politica, a chi votava dall’altra parte, non è un delitto". Anzi, dice Renzi. "E’ l'unico modo per provare a vincere le elezioni. L'idea è di pescare in un elettorato deluso. Ma come fa l'elettorato di Berlusconi, che era quello della rivoluzione liberale, a non essere deluso dopo questi anni e tutto quello che ha dovuto vedere? Ma purtroppo per alcuni chi cerca di fare questo, di guardare a questo elettorato, diventa automaticamente identico a essere amici di Dell’Utri, Moggi, Capitan Uncino e tutti gli altri". Tecnici addio - E in quest'ottica vanno anche "cambiate idee, forme e facce e regole del gioco, anche perché non c'è solo uno che è il depositario della verità". A partire dai professori: "Un governo tecnico possiamo chiedere di fare i conti per bene? Ci sono dei principi naturali di corrispondenza reale che dobbiamo seguire. Noi siamo i veri tecnici. L’Italia è meglio di come noi ce la raccontiamo".