La censura
Falcone per Repubblica era "un comico, un guitto"Ma l'articolo è sparito
Nel giorno del ventennale dalla strage di Capaci tutta la sinistra celebra la memoria di Giovanni Falcone. E sempre in questi giorni Repubblica, quotidiano che alla sinistra è vicino, vende come supplemento al giornale Uomini soli a Palermo. Si tratta di un film e di un libro, "un'opera civile necessaria per ricordare Falcone e Borsellino, troppo soli per avere un altro destino", spiegano promuovendolo. C'è però un elemento che stride. Un tassello fuori posto: nel 1992, il quotidiano fondato da Eugenio Scalfari, pochi mesi prima dell'assassinio di Falcone, scriveva che il magistrato era "un comico del carrozzone televisivo, un guitto". L'attacco - L'articolo è del 9 gennaio 1992, la firma è di Sandro Viola. Il titolo: "Falcone, che peccato...". Secondo l'autore il magistrato fu preso da febbre da presenzialismo televisivo. L'attacco è durissimo. "Da qualche tempo - scriveva Viola - sta diventando difficile guardare al giudice Falcone col rispetto che s'era guadagnato. Egli è stato preso infatti da una febbre di presenzialismo. Sembra dominato da quell'impulso irrefrenabile a parlare che oggi rappresenta il più indecente dei vizi nazionali". E ancora, l'autore si interrogava sul perché "un valoroso magistrato desideri essere un mediocre pubblicista". Quattro mesi dopo, Falcone, sarebbe stato ammazzato sull'autostrada, a Capaci. Secondo Viola, in Falcone "s'avverte l'eruzione d'una vanità, d'una spinta a descriversi, a celebrarsi, come se ne colgono nelle interviste del ministro De Michelis o dei guitti televisvi". La rimozione - Ed è così, che nel giorno del ventennale della strage di Capaci, si scopre la "rimozione" operata da Repubblica. Sandro Viola, ai tempi, non venne toccato e mantenne il suo ruolo di editorialista. Ma oggi, effettuando una semplice ricerca online nell'archivio digitale di Repubblica, si scopre che l'articolo in cui veniva attaccato Falcone è stato rimosso, cancellato, è sparito. E' possibile recuperare ogni articolo di Viola, tranne - puta caso - quello del 9 gennaio del 1992. Il commento al vetriolo contro il giudice ammazzato dalla mafia, il commento che lo definiva un "guitto" da tv, un "presenzialista", si è volatilizzato. Ed è stato rimpiazzato dal cofanetto che di Falcone celebra la memoria.