Travaglio
Chi è la donna che ha messo in minoranza Marco e Padellaro
Si chiama Cinzia Monteverdi, e da ieri è il nuovo amministratore delegato de Il Fatto Quotidiano. Il giornale di Padellaro ha infatti cambiato gestione, pensionando senza troppe cerimonie il venerando Giorgio Poidomani. La scelta di un cambiamento ai vertici era giustificabile, tanto per per fisiologia aziendale quanto per l’anno difficile che anche Il Fatto ha scontato, con un calo nelle vendite soprattutto dopo la scomparsa di Berlusconi dalla scena politica. Stando a quanto riporta il quotidiano online Lettera43, però, il passaggio sembra essersi reso necessario per dissidi interni. Il settantottenne Poidomani, che per tre anni ha avuto in mano i cordoni della borsa, sarebbe stato infatti contestato all’interno del consiglio d’amministrazione. Prudente gestore di successo, l’ex ad avrebbe infatti proposto una riduzione dei dividendi per tutti gli azionisti, per dar più ossigeno al giornale. Ma i soci industriali, tra cui Chiarelettere, il gruppo Gems, Francesco Aliberti e l’imprenditore Luca D’Aprile, non si sono trovati d’accordo e non hanno voluto rinunciare ad incamerare 3 milioni di euro esattamente come nel 2011. La votazione si è poi conclusa a loro favore, nonostante l’opposizione della parte giornalistica del cda - Padellaro e Travaglio, Peter Gomez e Marco Lillo - che è finita in minoranza. A questo punto, dato che il consiglio era in scadenza e andava rinnovato, a Poidomani è stato offerto un ruolo all’interno dell’azienda molto onorifico ma poco influente che lui ha orgogliosamente rifiutato. Ecco quindi che il posto vacante è stato occupato dalla Monteverdi, che sempre a detta di Lettera43 non aspettava altro. Lei, manager trentanovenne, parmigiana d’adozione, era già azionista del Fatto al 16% nonché componente del cda. Inoltre è amministratore delegato e presidente della «Zerostudio’s», la società di Michele Santoro che produce Servizio Pubblico, in cui Il Fatto ha investito, e amministratore dell’Editoriale Il Male, settimanale satirico di Vauro e Stefano Disegni. Questo dopo aver lavorato otto anni nel marketing di software finanziario ed essere stata titolare di una società di comunicazione. Poi, nel 2009, è intervenuta nella fondazione del giornale di cui ora è ad. Allora, ricorda in un’intervista a Repubblica, aveva investito 200 mila euro nell’impresa. Ci si era buttata dopo conosciuto Travaglio per averne curato la promozione dello spettacolo «Promemoria»: «Ci siamo ritrovati con altri amici e con Padellaro, che aveva da poco lasciato l’Unità, ad affrontare il disgusto e il senso d’impotenza per un sistema che va avanti da anni e che ha sprofondato il Paese nel degrado culturale. Così è nata l’idea del giornale: la gente, dopo gli spettacoli, chiedeva spesso a Travaglio di fondarne uno». Ad oggi il nuovo assetto del Fatto, forse suggerito dal nuovo ceo, vede Padellaro direttore, azionista e presidente; Travaglio vicedirettore, azionista e nuovo membro del cda; Gomez azionista, direttore del sito e anche lui consigliere, così come il produttore televisivo Carlo Degli Esposti, cooptato pur non essendo azionista.