Grane padane
Bossi: "Una settimana di merda. I miei figli sono raggirabili. Io non lascio la Lega"
Una settimana dura. Anzi, "una settimana di merda". Non ha peli sulla lingua, come sempre, il presidente onorario della Lega Umberto Bossi intervenuto a una cena coi militanti del Carrocio a Lesa, in provincia di Novara. All'ordine del giorno c'è il futuro suo e quello di suo figlio Renzo Bossi. Entrambi sono finiti sotto inchiesta per la gestione dei rimborsi elettorali che l'ex tesoriere del partito Francesco Belsito avrebbe stornato a seconda delle esigenze a Renzo o all'altro figlio del Senatùr Riccardo per pagare le rispettive spese personali dietro consenso dell'allora segretario. Se per i due Bossi junior l'accusa è di appropriazione indebita, per Bossi senior l'accusa è di truffa allo stato per 18 milioni. Una mazzata. Come ha reagito il leader leghista all'avviso di garanzia? "Non bene, però non ci uccideranno". Il clima è quello dell'imboscata, dell'inchiesta ad orologeria. Ma per il Trota Renzo nessun calcio nel sedere. "No, i figli sono figli", ha risposto ai cronisti il Senatùr. "L'errore - ha ribadito - è stato fare entrare nella Lega dei ragazzi troppo giovani, facilmente raggirabili". Insomma, colpa d'altri. Magri di Belsito. "Non lascio" - "I figli hanno rovinato Bossi non solo come politico, ma anche come genitore", ha insistito a La zanzara su Radio24 un leghista della prima ora come Francesco Speroni (suocero, tra l'altro, di un bossiano di ferro come Marco Reguzzoni). "Per riavere i soldi la Lega può costituirsi parte civile contro i figli di Bossi. Io sarei favorevole". E' un po' questo l'umore di molti elettori e simpatizzanti del Carroccio. E intanto resta il dubbio su cosa sarà del Senatùr. Il novello leader padano Roberto Maroni dovrà cacciarlo o no? Di sicuro, c'è solo che Bossi non molla di propria iniziativa: "Non è assolutamente vero che ho intenzione di lasciare - ha annunciato sabato mattina -. E' la prova provata che piacerebbe al sistema e ai suoi uomini. Lascerò soltanto quando la Padania trionferà".