Il caso Lusi
Una talpa sotto la Margherita"Tutti sapevano, anche Rutelli"
Un nuovo capitolo minaccioso si apre nella storia infinita dell’affaire Lusi & Margherita. Ora le accuse si allargano e coinvolgono direttamente il gruppo dirigente, a cominciare da Francesco Rutelli. Il caso viene riaperto da Repubblica che, in un articolo firmato da Carlo Bonini, cita la ex commercialista dell’Api, Elena Mattesi. Una testimone, come viene definita, che fino al 19 marzo scorso ricopriva l’incarico di revisore dei conti del movimento politico di Rutelli. Che ora ha deciso di parlare per dare un’altra visione della vicenda. Ossia che i due commercialisti Mario Montecchia e Giovanni Sebastio - arrestati proprio in merito allo scandalo scoppiato in seguito alla scoperta che l’ex tesoriere della Margherita, Luigi Lusi, avrebbe sottratto 13 milioni di euro al partito - non sono propriamente i «due commercialisti felloni e infedeli» descritti, ma «uomini di fiducia, fino a un mese fa», dell’ex segretario del partito e oggi leader dell’Api, «così come del comitato direttivo della sua nuova formazione politica». Questo è quanto appunto riferisce l’articolo di Repubblica, attraverso le parole della Mattesi. Insomma, non ci sarebbero, secondo questa ricostruzione, da una parte degli imbroglioni e dall’altra delle vittime, ma le carte verrebbero ampiamente rimescolate. La risposta di Rutelli - Non tarda molto ad arrivare la risposta della formazione politica guidata da Rutelli. Arriva sotto forma di lunga e articolata lettera inviata dall’ufficio stampa dell’Api al quotidiano, scritta con l’obiettivo di smontare tutte le dichiarazioni riportate da Repubblica. «Siamo sconcertati di fronte all’ennesimo attacco strumentale che tenta, ancora un volta, di legare la vicenda Lusi ad Alleanza per l’Italia», si legge nella lettera, in riferimento all’articolo, sottolineando la «totale mancanza di riscontro di tutte le asserzioni da voi pubblicate, e ci riserviamo ogni azione a tutela della nostra onorabilità». Le "incredibili" dichiarazioni - Si ricostruisce la fine del rapporto professionale con lo studio commercialisti Montecchia e Sebastio: i due commercialisti sono stati iscritti nel registro degli indagati della Procura di Roma, ossia il giorno 12 marzo 2012. La notizia è stata divulgata dai principali organi di stampa il giorno successivo. «Quello stesso giorno», si legge sempre nella lettera, « il 13 marzo, con lettera formale il segretario amministrativo di Api ha revocato il contratto di consulenza professionale contabile al dottor Montecchia. Immediatamente è stato convocato per il 23 marzo il Direttivo nazionale di Api, unico organo preposto alla sostituzione dei revisori contabili. Il giorno 19 marzo sono giunte le lettere di dimissioni dello stesso dottor Sebastio e, con nostro stupore, anche quella della dottoressa Mattesi, per motivi strettamente personali» Si fa poi presente che «il verbale del Direttivo è stato depositato a repertorio presso uno studio notarile». Vengono definite «incredibili» le dichiarazioni della Mattesi, che, si specifica, «non ha mai ricoperto l’incarico di commercialista di Api, come falsamente riportato nel sommario dell’articolo citato». Destituita di ogni fondamento anche la dichiarazione secondo cui «da gennaio, febbraio e marzo tutti ormai sapevano, a cominciare da Francesco Rutelli , quale accusa, quale sospetto gravasse sul loro conto (di Montecchia e Sebastio)» proprio perché fino al giorno 12 marzo, «nessuno era a conoscenza delle azioni realizzate tra il Lusi e i due commercialisti citati. Mai si era constatata da parte nostra alcuna scorrettezza: in caso contrario, è evidente, si configurerebbe un reato di complicità con quella che i magistrati perseguono come “realtà associativa a delinquere”». di Caterina Maniaci