Luciano Marangon a Libero

Il calciatore playboy a Balotelli: "5 consigli per non farti incastrare"

Giulio Bucchi

  Luciano Marangon, 56 anni, ex terzino sinistro, lei ha un curriculum da campione. «Beh, ho vinto lo scudetto con il Verona di Bagnoli e poi ho giocato nell’Inter e...». In realtà si stava parlando di donne. È stato un fuoriclasse, il playboy del football italiano.  «Ho avuto tantissime  storie. Le ragazze mi telefonavano: “Ho sentito parlare di te, dicono che sei bravo, sono curiosa di conoscerti”. Le accontentavo. Facevo sesso anche prima di giocare, a Roma una volta sono stato a letto con sette donne contemporaneamente». Complimenti. Ora si discute del caso Balotelli-Fico. «Non li conosco. Ma visto da fuori mi è sempre sembrato un fidanzamento per farsi pubblicità. Soprattutto da parte di lei. Un modo per guadagnare soldi». Ora dice di essere incinta di Supermario. «Non mi dà l’impressione di essere una ragazza molto seria. Non era quella che voleva vendere la sua verginità per un milione di euro? A parte che non ha mai specificato di quale parte del corpo... ». Urca, subito un tackle. Luciano, a lei è mai capitata una situazione del genere? «Almeno una decina di volte, ma mai con fidanzate ufficiali. A Verona, una volta, passo la notte con una tizia. Dopo una settimana si presenta all’allenamento: “Sono incinta, devi darmi i soldi per abortire”. L’ho mandata a quel paese. Anche perché ero tranquillo». In che senso? «Regola numero uno: usare sempre precauzioni. Quando sei un calciatore sei super corteggiato, le donne ti entrano in casa e c’è il rischio che qualcuna voglia incastrarti. Soprattutto di questi tempi, con tante veline, paperine e ochine che cercano pubblicità». Allora diamo i 5 consigli dell’esperto ai giovani calciatori di oggi - ricchi e ambiti - per non restare fregati. Regola numero due? «Essere furbi. Dopo un secondo e mezzo capisci se una donna è affidabile o no. Se non lo è, meglio scappare da un’altra». Tre? «Non promettere mai nulla per portarsi una ragazza a letto. Tanto hai la fila». Quattro? «Non dire mai “Ti amo”. È  la fine». Cinque? «Essere chiari, spiegare che vuoi solo un’avventura. Se sei diretto le donne ti rispettano di più. E diventano dirette anche loro». Già, ma quanto dura un’avventura? «Una notte, al massimo due e ciao ciao. È un gioco. Poi, certo, può capitare un revival. L’importante è mantenere riservatezza. Su di me ci sono sempre state molte leggende, ma nessuno mi ha mai beccato sul fatto». Si diceva che lei cambiasse squadra ogni anno perché se la faceva con le mogli dei compagni. «Non era vero. A proposito di pettegolezzi, vuole ridere? Senta questa. Quando giocavo nella Roma ogni lunedì, sulla pagina di gossip del Messaggero, pubblicavano mie foto sempre in compagnia con ragazze diverse. E che succedeva? «Il martedì Liedholm, alla ripresa degli allenamenti, mi veniva incontro e diceva: “Marangooon, messoooooo ghiacciooo?”. Rispondevo: “Sì, mister, e la caviglia va meglio dopo la botta presa domenica”. E lui, ridendo: “Nooo, Marangooon. In champaaaagne, messo ghiaccio in champaaaaaagne?». di Alessandro Dell'Orto