È stata una scelta d’amore per Forza Italia, il suo partito. Solo così, pensando al passo indietro di ieri a favore della sua casa politica di cui è un esponente di spicco, il calice che Fulvio Martusciello è stato costretto a bere può sembrare meno amaro, anche se fa male. Il capo delegazione degli azzurri al Parlamento europeo, recordman di preferenze in Campania, era infatti in rampa di lancio come candidato del centrodestra unito per il dopo Vincenzo De Luca, ma l’inchiesta su presunte tangenti che ha inguaiato la sua collaboratrice Lucia Simeone ha fermato la sua corsa.
«Non mi candido a guidare la Campania», ha dovuto spiegare ieri l’azzurro nonostante non sia indagato dalla procura belga che contesta alla sua assistente i reati di associazione a delinquere, corruzione e riciclaggio. La Simeone, che ora è ai domiciliari, secondo l’accusa su presunti lobbisti del colosso cinese Huawei, avrebbe intascato soldi non dovuti pari a circa 46mila euro.
[[ge:kolumbus:liberoquotidiano:41860841]]
Raggiunta da un provvedimento dell’Interpol mentre si trovava in Italia, la donna, difesa dall’avvocato Antimo Giaccio, è stata interrogata di fronte al giudice Corinna Forte della Corte d’Appello di Napoli e mandata ai domiciliari dicendosi pronta ad affrontare il processo. «Non ha nulla da nascondere», ha dichiarato il legale. Ma intanto il caso è deflagrato e a pochi mesi dalle elezioni, per Martusciello non c’è stato altro da fare che rinunciare alla corsa alla carica da governatore campano in una terra, la sua, che conosce benissimo e dove ha sempre fatto il pieno di preferenze (100mila alle ultime Europee).
Ma dagli atti dell’inchiesta emergerebbero anche 4 bonifici di qualche migliaia di euro che vedono come destinatario proprio Martusciello. «La mia priorità», ha detto ieri l’azzurro, «è offrire a Fi un percorso sereno verso le regionali. Ho costruito in questi anni un partito al di sopra di ogni sospetto e in una fase in cui è giusto che ogni contesto venga chiarito senza interferenze, ritengo doveroso contribuire a preservare il partito da ogni possibile elemento di attacco o strumentalizzazione chiarendo che non rientro tra i possibili candidati alla presidenza della Regione».
Per il centrodestra in Campania restano quindi sul tappeto i nomi del viceministro agli Esteri Edmondo Cirielli (FdI) e del deputato Gianpiero Zinzi (Lega), ma torna anche il nome del ministro dell’Interno Matteo Piantedosi (che però aveva già smentito).
Mentre nel centrosinistra si fa sempre più strada l’idea del grillino Roberto Fico a meno che non si opti per il sindaco di Napoli Gaetano Manfredi, che pare molto amato e favorito nei sondaggi. Resta l’incognita del governatore uscente De Luca, che non intende mollare. Ecco, proprio le divisioni del centrosinistra potevano essere il grimaldello per far vincere il centrodestra, da ieri il vento è un po’ cambiato.