Il verdetto
Dopo Almasri, anche l'Albania: immigrati tutti indietro, le toghe rosse sono in guerra
Torneranno tutti in Italia i 43 migranti trattenuti nel centro di Gjader in Albania. Lo ha deciso nel tardo pomeriggio la Corte d'Appello di Roma. Ancora una volta le toghe sfidano il governo. I magistrati della Corte d'Appello sono di fatto gli stessi che si erano espressi qualche settimana fa su un altro gruppo di migranti portati in Albania. E questa decisione si va ad inserire nel braccio di ferro tra l'esecutivo e la magistratura anche dopo l'iscrizione nel registro degli indagati di Giorgia Meloni, due ministri e un sottosegretario per il caso Almasri.
Tra i cittadini portati nel centro albanese ci sono egiziani e cingalesi, che erano stati fermati venerdì scorso. Una decisione come quelle già adottate nelle altre convalide precedenti. Con la sospensione della decisione dei giudici, una volta scaduti i termini per la convalida, i migranti provenienti per lo più da Bangladesh ed Egitto, verranno riportati in Italia. Si legge in uno dei dispositivi, di cui LaPresse ha preso visione: "Il giudizio va sospeso nelle more della decisione della Corte di Giustizia. Poiché per effetto della sospensione è impossibile osservare il termine di quarantotto ore previsto per la convalida, deve necessariamente essere disposta la liberazione del trattenuto, così come ha ripetutamente affermato la Corte Costituzionale in casi analoghi (nei quali è stata sollevata questione di legittimità costituzionale nell’ambito di procedimenti di convalida di arresto). L’art.14, comma 4, del decreto legislativo 25 luglio 1998, n. 286, collega, infatti, la perdita di efficacia del trattenimento alla carenza, per qualsiasi ragione, di un provvedimento di convalida nel termine di quarantotto ore dalla richiesta".
Le opposizioni intanto continuano a tenere alta la tensione col governo sul caso Almasri. Tra i cittadini portati nel centro albanese ci sono egiziani e cingalesi, che erano stati fermati venerdì scorso. Una decisione come quelle già adottate nelle altre convalide precedenti. Con la sospensione della decisione dei giudici, una volta scaduti i termini per la convalida, i migranti provenienti per lo più da Bangladesh ed Egitto, verranno riportati in Italia. Si legge in uno dei dispositivi, di cui LaPresse ha preso visione: "Il giudizio va sospeso nelle more della decisione della Corte di Giustizia. Poiché per effetto della sospensione è impossibile osservare il termine di quarantotto ore previsto per la convalida, deve necessariamente essere disposta la liberazione del trattenuto, così come ha ripetutamente affermato la Corte Costituzionale in casi analoghi (nei quali è stata sollevata questione di legittimità costituzionale nell’ambito di procedimenti di convalida di arresto). L’art.14, comma 4, del decreto legislativo 25 luglio 1998, n. 286, collega, infatti, la perdita di efficacia del trattenimento alla carenza, per qualsiasi ragione, di un provvedimento di convalida nel termine di quarantotto ore dalla richiesta".
E al fronte libico affiancano quello albanese. Nel mirino ci sono i costi e l'utilità delle strutture costruite a Shengjin e Gjader, ma anche e soprattutto il rispetto dei diritti dei migranti che là vengono trasferiti. A mettere di nuovo in dubbio l'operazione è stato Romano Prodi, facendo infuriare la maggioranza. "Non si poteva fare in Calabria? - ha chiesto il professore - Perché in Albania? Non ha alcun senso". La polemica cresce mentre nel centro di Gjader sono presenti 43 richiedenti asilo: da giorni i parlamentari Pd stanno portando avanti una staffetta per presidiare la struttura e verificare la correttezza delle procedure. "E' fondamentale che resti alta l'attenzione su come viene gestito questo centro", ha spiegato la capogruppo Pd alla Camera, Chiara Braga. Ma a provocare l'ira del centrodestra sono prima di tutto le parole di Prodi. Insomma lo scontro su un tema così caldo come quello dei migranti prosegue,