Non bastavano le proteste
Giorgia Meloni, l'Anm risponde: "Dal governo mai apertura al dialogo"
Prosegue il braccio di ferro tra governo e toghe. Dopo le proteste dei magistrati e la replica di Giorgia Meloni, ecco che anche l'Associazione nazionale magistrati dice la sua. "Leggo le dichiarazioni della presidente Meloni che parla di aperture al dialogo - esordisce il segretario generale Salvatore Casciaro -, ma mi sembra che il ddl Nordio-Meloni che modifica radicalmente l'assetto costituzionale della giurisdizione, portando indietro le lancette della storia, sia stato predisposto dagli uffici di via Arenula senza mai consultare i magistrati italiani, sia stato quindi approvato con scroscio di applausi in Consiglio dei ministri in una manciata di minuti e portato alla Camera già 'blindato' per la votazione, senza emendamenti, in tempi contingentati".
E ancora: "Non mi pare francamente l'iter di una riforma costituzionale che dovrebbe essere per sua natura largamente condivisa. Le aperture al dialogo personalmente non le ho mai colte, salvo oggi, in cui l'accusa rivolta alla magistratura è paradossalmente di essere chiusa a ogni confronto". Poco prima il presidente del Consiglio ha definito "legittime" le contestazioni in Aula, salvo poi dire di essere "rammaricata".
Il motivo? "L'atteggiamento dell'Anm per cui qualsiasi tentativo di riforma materia di giustizia viene letta come una specie di apocalisse, una fine del mondo che bisogna rifiutare senza se e senza ma". L'ennesimo botta e risposta che arriva nella giornata di sabato 25 gennaio, quando in tutta Italia le toghe hanno inscenato una contestazione contro il governo e la riforma che della Giustizia.