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Autonomia, Tommaso Foti deride la sinistra: "Smentiti clamorosamente"
Brutte notizie per la sinistra. Il referendum sull'Autonomia non si farà. La Corte costituzionale ha infatti dichiarato inammissibile il quesito per abolire la legge sull’autonomia differenziata sostenuta dal centrodestra. Secondo il comunicato pubblicato dalla Corte "l’oggetto e la finalità del quesito non risultano chiari". Immediata la reazione del governo. "La corte costituzionale ha smentito clamorosamente i costituzionalisti di questa sinistra parlamentare che evidentemente non avevano letto l'articolo della costituzione di cui parlavano", tuona Tommaso Foti. Il ministro per gli Affari europei, il Sud, le politiche di coesione e per il Pnrr ospite di Start - programma su Sky Tg24 - non può che ricordare che "il parlamento dovrà soddisfare le richieste fatte dalla corte costituzionale".
Chiesto dalle opposizioni, il referendum era stato proposto dopo che, a novembre del 2024, la stessa Corte costituzionale aveva dichiarato in parte illegittima la legge. In ogni caso, la decisione della Corte va contro un recente parere della Corte di Cassazione che aveva riconosciuto la validità del referendum dopo il pronunciamento della Corte costituzionale di novembre.
Nonostante il parere negativo, il comitato promotore non si perde d'animo. "Rispettiamo, ovviamente, la sentenza - fa sapere -, pur rimanendo convinti delle ragioni che abbiamo difeso nell'udienza del 20 gennaio. Ragioni - si legge ancora - che ci hanno spinto a portare avanti una lunga campagna di sensibilizzazione dell'opinione pubblica e di raccolta delle firme. Abbiamo, in questo percorso, intercettato un largo e trasversale consenso sulle nostre posizioni, confermato da oltre 1 milione e 300 mila sottoscrizioni ottenute in un tempo piuttosto breve, durante gli scorsi mesi estivi. Quelle stesse ragioni, e la loro condivisione da parte di un numero così rilevante di cittadine e cittadini, continueremo a difenderle, battendoci per impedire la frantumazione del Paese e l'aumento delle diseguaglianze sociali e dei divari territoriali".