Bracci di ferro
Angela Celentano su un isolotto turco? La pista è caldissima, ma Ankara fa muro: cosa sta succedendo
"Nulla è pervenuto dalla Turchia". A dirlo è Federica Colucci, magistrato del tribunale di Napoli impegnato nel caso di Angela Celentano. La scomparsa dell'allora bambina di tre anni è infatti al centro di un vero e proprio braccio di ferro. E così la giudice concede altri 120 giorni di proroga "per l’espletamento di indagini suppletive". Altri quattro mesi di indagini "perché - è il suo provvedimento - nonostante il sollecito del Ministero della Giustizia italiano nulla è pervenuto dalla Turchia".
Scomparsa il 10 agosto del 1996 dal Monte Faito, di Angela non si sa ancora nulla. Un vero e proprio mistero costellato da vari filino di indagine. Uno in particolare rimane aperto: quello che arriva fino al 2023. L'anno scorso Colucci ha dovuto fare i conti con una richiesta di archiviazione. Archiviazione che non ha concesso perché una pista solleva ulteriori dubbi.
Si tratta proprio della pista che porta in Turchia e secondo la quale la bimba sarebbe finita su un isolotto turco e lì cresciuta (oggi se esiste ancora ha 31 anni) da un uomo misterioso. Una privata cittadina italiana (Vincenza Trentinella) aveva ricevuto le confidenze di un prelato che l’aveva messa sulle tracce di Angela ed era stata lei (dopo un viaggio in Turchia e una foto della presunta Angela adulta) a far aprire la cosiddetta pista turca. Eppure il Paese di Erdogan non collabora. La giudice italiana però intende insistere. Come? Con una sfilza di proroghe.