La sciatrice

Matilde Lorenzi, "inchiesta sbrigativa": procura di Bolzano nel mirino, la pratica arriva al Csm

Maggiore chiarezza sull'inchiesta della procura di Bolzano sulla morte di Matilde Lorenzi, la sciatrice di 19 anni deceduta dopo una tragica caduta sul ghiacciaio della Val Senales: a chiederlo sono due consiglieri laici del Consiglio superiore della magistratura, che hanno messo l'accento sui tempi record in cui sarebbero state chiuse le indagini. Si tratta di Ernesto Carbone, quota Iv, e di Claudia Eccher in quota Lega, che al Csm hanno depositato una richiesta formale di chiarezza sulla condotta dei magistrati. 

“Chiedo di voler deliberare l'apertura della pratica finalizzata a fare chiarezza circa la correttezza e la completezza delle indagini condotte dalla Procura di Bolzano, in merito alla morte dell’atleta Matilde Lorenzi”, ha scritto Carbone, a cui poco dopo si è aggiunta la firma della Eccher. Obiettivo di questa richiesta "accertare eventuali profili di responsabilità in capo ai magistrati titolari delle indagini”. Secondo Carbone ed Eccher, la Procura ha provveduto a chiudere tutti gli accertamenti “in modo sbrigativo, nel giro di poche ore, non ravvisando alcuna responsabilità penale nella vicenda che, invece, come si apprende da fonti di stampa, presenta numerosi aspetti poco chiari”.

 

 

 

Dalla richiesta di apertura della pratica emergono almeno tre elementi poco chiari: innanzitutto la mancata disposizione dell’autopsia sul corpo di Lorenzi; poi le mancate richieste di perizie o di altri accertamenti per i dubbi emersi sulle “condizioni di sicurezza del tutto inadeguate” in merito alla posizione del tracciato della pista; e infine la decisione di non porre sotto sequestro la pista “al fine di espletare le indagini del caso e per la messa in sicurezza. È stata lasciata aperta e fruibile agli sciatori”. Dalla Procura, intanto, hanno fatto sapere che nessun aspetto della sicurezza è stato trascurato.