Il primo caso

Fabrizio Quattrocchi ucciso dai jihadisti: "Mercenario", condanna per diffamazione

Prima condanna in tribunale per chi ha insultato Fabrizio Quattrocchi. Il precedente, che potrebbe risultare indicativo anche per gli altri 247 casi analoghi di querela per diffamazione a mezzo social, viene dal Trentino Alto Adige: un giornalista del Corriere dell’Alto Adige, M. A., è stato condannato (la Procura altoatesina aveva chiesto 3 mesi di carcere per l'imputato) per aver definito un "mercenario" l'ex soldato italiano ucciso in Iraq dai terroristi di Al Qaeda il 14 aprile del 2004, con tanto di tragico video-testamento pubblicato dai jihadisti. Per l'esattezza, il giornalista condannato aveva scritto che sarebbe stato meglio dedicargli "una statua" in "una piazzetta per cani". 

Il filmato di Quattrocchi sconvolse l'Italia: sono gli ultimi secondi prima della sua barbara esecuzione. Inginocchiato in una fossa, occhi bendati da una kefiah, mani legate. Chiede ai suoi aguzzini: "Posso levare…? Vi faccio vedere come muore un italiano...". Un orgoglio disperato scambiato dai pacifisti di allora (o paci-finti, negli ultimi 20 anni poco o nulla è cambiato) per "nazionalismo", addirittura per "fascismo" secondo l'equazione esercito = estrema destra.

 

 

 

Quattrocchi infatti era stato un militare, caporal maggiore e istruttore nel 23º Battaglione fanteria "Como" nel 1987. Quindi si congedò per lavorare nell'attività di famiglia, un forno nel quartiere San Martino a Genova. Morto il padre, decise di guadagnarsi da vivere come contractor, guardia privata al servizio di società di sicurezza. Arrivò così a Baghdad, insieme ad altri italiani come Umberto Cupertino, Maurizio Agliana e Salvatore Stefio, tutti sequestrati dai miliziati delle Falangi Verdi di Maometto. Solo lui fu ucciso.

 

 

 

Il giornalista è stato condannato per aver commentato con epiteti ingiuriosi la decisione dell’amministrazione di Bolzano di intitolare una via a Quattrocchi. Eviterà il carcere: dovrà pagare 2.500 euro di risarcimento alla famiglia di Quattrocchi, come riporta il Fatto quotidiano. Come detto, non è stato il solo a insultare l'ex soldato: tra i tanti, spicca anche la denuncia dell'ex sindaco di Borgo San Giacomo, in provincia di Brescia, mentre come sottolinea Il Secolo d'Italia soltanto a Vicenza un fascicolo è contro 122 persone, colpevoli di aver messo like a questo post: "Quattrocchi era pagato per uccidere".