Una lezione dagli Usa
Usa, il decalogo dei giudici che rifiutano i deliri progressisti
Si è svolto in questi giorni a Washington il congresso nazionale degli avvocati americani riuniti nella Federalist Society, un’associazione che raggruppa giuristi d’ispirazione conservatrice e libertaria (non solo avvocati, ma anche professori e studenti delle varie Law Schools, riuniti rispettivamente nella Faculty Division e nella Student Division). Il tema del convegno era il ruolo della legge nell’epoca delle diverse identità di gruppo (etnico-razziali, culturali, sessuali ecc.): un tema ovviamente centrale nell’America che fa i conti con una società in cui la geografia delle diverse comunità è in rapida mutazione, e in cui il discorso pubblico è stato segnato negli ultimi anni dalle follie della wokeness e della cancel culture, che in nome dell’antidiscriminazione e della cosiddetta diversity hanno sferrato attacchi micidiali a molti pilastri della vita collettiva, e, in fondo, al senso comune. Nata nei campus delle università americane negli anni Ottanta, in reazione alla dittatura culturale della sinistra liberal, la Fedsoc, come abitualmente è chiamata, è una associazione che ha via via assunto, negli Stati Uniti, un peso sempre crescente nel dibattito pubblico, spesso anticipando scelte cruciali di politica legislativa e giudiziaria. (...)
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