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Albania, l'ex presidente della Consulta Mirabelli: "La decisione del giudice è errata"

La decisione del giudice Silvia Albano che ha di fatto rimandato in Italia 12 immigrati ha fatto parecchio discutere. Ma se da un lato la sinistra ha cavalcato immediatamente l'ordinanza e ne ha fatto una bandiera politica, adesso si leva, proprio tra i giudici una voce critica su quanto deciso venerdì scorso.

E questa voce di peso è quella del presidente emerito della Corte Costituzionale Cesare Mirabelli: "La pronuncia della giudice intervenuta sul caso dei migranti portati in Albania è una interpretazione probabilmente errata. Ha ritenuto non sicuro un paese considerato dalla Corte di giustizia europea sicuro nella sua totalità, ma non per alcune categorie. La giudice, ammesso che non abbia provato che i migranti in causa appartengono alle categorie per cui il pericolo c’è, ha quindi sbagliato", afferma all'Adnkronos.  

Secondo Mirabelli, "è vero che il margine di interpretazione dei giudici è dato dalla molteplicità delle fonti del diritto, statali, comunitarie, internazionali, regolamentazioni delle autorità indipendenti, con una certa confusione nelle fonti stesse. Ed è qui che occorre quindi rimediare con una maggiore precisione nella legislazione per ridurre fortemente spazi a interpretazioni avventurose". Nel caso dei migranti trasferiti in Albania "è stato disapplicato non l’atto legislativo ma quello amministrativo e di buon senso del ministero degli Esteri. Inserirlo in legge potrebbe aiutare a vincolare in maniera più precisa il giudice, che in caso di conflitto fra poteri si dovrebbe rivolgere alla Corte costituzionale o alla Corte di giustizia europea. Il tema reale - rimarca il costituzionalista - è anche dei tempi di decisione, che dovrebbero essere rapidi ed immediati".