Toghe contro

Patarnello, Magistratura Indipendente: "Il premier non è mai un avversario da fermare"

La mail della toga Marco Patarnello agita anche i magistrati, e non poteva essere altrimenti. "Le recenti affermazioni di un collega, che hanno avuto ampia risonanza mediatica, ci impongono una riflessione che, senza alcun intento polemico, è essenziale per la vera salvaguardia dei principi di autonomia e indipendenza della magistratura", scrivono in una nota Loredana Micciché e Claudio Galoppi, rispettivamente presidente e segretario di Magistratura Indipendente, la corrente che dentro all'Associazione nazionale magistrati guarda di più al mondo del centrodestra. Patarnello, invece, così come Silvia Albano, fa parte di Magistratura democratica, l'ala del sindacato interno più vicina al Pd

L'autonomia e l'indipendenza della magistratura, sottolineano Micciché e Galoppi, passano attraverso il rispetto delle istituzioni. "Il presidente del consiglio dei ministri, di qualsiasi partito politico, non è mai un avversario da fermare o da combattere, ma un interlocutore istituzionale da rispettare. Sempre - continuano -. Deflettere da questo principio significa indebolire la funzione giudiziaria compromettendone il ruolo e la funzione costituzionale".

"Essere e apparire indipendenti è la prima condizione per la credibilità della magistratura che mai deve essere coinvolta nelle contingenti vicende e contrapposizioni politiche - ammoniscono -. Di questa sensibilità, condivisa da moltissimi colleghi, vogliamo essere chiari e coraggiosi interpreti, difendendo sempre l'indipendenza della giurisdizione".  

 

Da Magistratura democratica, dopo oltre un giorno di polemiche furiose, hanno deciso di rendere pubblica la versione integrale della mail del magistrato, cui ampi stralci erano stati pubblicati domenica mattina da Il Tempo. "Indubbiamente l'attacco alla giurisdizione non è mai stato così forte, forse neppure ai tempi di Berlusconi - ha scritto Patarnello -. In ogni caso oggi è un attacco molto più pericoloso e insidioso per molte ragioni. Innanzitutto perché Meloni non ha inchieste giudiziarie a suo carico e quindi non si muove per interessi personali ma per visioni politiche e questo la rende molto più forte. E rende anche molto più pericolosa la sua azione, avendo come obiettivo la riscrittura dell'intera giurisdizione e non semplicemente un salvacondotto".

 

La mail è stata scritta dal sostituto procuratore della Cassazione il 19 maggio e inviata alla mailing list dell'Anm. "In secondo luogo perché la magistratura - proseguiva Patarnello - è molto più divisa e debole rispetto ad allora. E isolata nella società. A questo dobbiamo assolutamente porre rimedio. Possiamo e dobbiamo farlo. Quanto meno dobbiamo provarci. Sull'isolamento sociale non abbiamo il controllo ma sul tema della compattezza interna possiamo averlo. Non è accettabile chinare le spalle ora o che qualcuno si ritagli uno spazio politico ai danni dell'intera magistratura".

"In terzo luogo la compattezza e omogeneità di questa maggioranza è molto maggiore che nel passato - rilevava Patarnello poi - e la forza politica che può esprimere è enorme e può davvero mettere in discussione un assetto costituzionale ribaltando principi cardine che consideravamo intangibili. Come corollario di questa condizione politica, anche l'accesso a un'informazione decente è ancora più difficile dell'era di Berlusconi. Quindi il pericolo per una magistratura e una giurisdizione davvero indipendente è altissimo. Dobbiamo essere uniti e parlare con chiarezza".

"Non dobbiamo fare opposizione politica - concludeva Patarnello nella sua mail - ma dobbiamo difendere la giurisdizione e il diritto dei cittadini a un giudice indipendente. Senza timidezze. Dobbiamo pretendere che il Csm apra un dibattito al proprio interno e deliberi una reazione chiara e netta. Che anche l'Anm mostri il proprio approccio unitario e fermo. Ieri ho sentito un buon Santalucia, pacato ma piuttosto chiaro. Vorrei che si sentisse chiaramente che rappresenta tutta la magistratura".