Fu governatore

Giovanni Toti si è dimesso? L'obiettivo: tornare libero giovedì

P.S.

Adesso che Giovanni Toti è stato costretto a tagliarsi la testa per offrirla alla Procura, starà al suo avvocato, Stefano Savi, provare a riattaccarla al corpo. «Con le dimissioni, viene meno uno dei presupposti degli arresti domiciliari, ovverosia che il presidente, libero, avrebbe potuto esercitare le proprie funzioni» ha dichiarato ieri il legale, annunciando che lunedì presenterà ai pm istanza di revoca della misura cautelare e auspicando che il passo indietro «influirà, certamente» nella decisione dei magistrati.

Lunedì stesso, giorno in cui scadono i termini della difesa per un eventuale ricorso contro la decisione del Tribunale del Riesame di non revocare gli arresti, con l’ex governatore ancora blindato, la Procura potrebbe a sua volta fare domanda per il giudizio immediato, praticabile solo se l’indagato è ancora privo della libertà. Il procedimento speciale non impedisce nel suo corso una revoca degli arresti e per questo Toti non lo teme; anzi, c’è chi sostiene che in realtà lo auspichi, confidando nella propria innocenza, e quindi in un’assoluzione, e volendo restare il meno possibile sotto scacco di un giudizio.

È prevedibile che i magistrati si prendano almeno 48 ore per sciogliere le riserve e che, in caso di accoglimento della richiesta, l’ex presidente possa tornare libero giovedì, magari con obbligo di dimora ad Ameglia o divieto di andare a Genova. Comunque la libertà restituirebbe a Toti la parola, per difendersi davanti all’opinione pubblica, e la possibilità di avere incontri politici, che sono le due cose a cui maggiormente tiene.

 

Da segnalare che la giornata più triste, quella dell’addio, è stata anche la più commovente, per gli attestati di solidarietà ricevuti dall’ex presidente e da tutto il suo staff. Nella sede della Regione c’è chi aveva le lacrime agli occhi. Non si sa se più per l’epoca che si è appena conclusa o per quella che potrebbe iniziare nel caso la sinistra dovesse tornare a occupare i palazzi del potere liguri.