Il processo

Open arms, il gip grazia i pm anti-Salvini: "A loro discrezione depositare il dossier"

È una vera e propria "grazia" la decisione della gip di Caltanissetta Emanuela Carrabotta che ha disposto l'archiviazione delle accuse di abuso d’ufficio nei confronti dei procuratori aggiunti di Agrigento e Palermo, Salvatore Vella (oggi procuratore di Gela) e Marzia Sabella, e della pm di Agrigento (oggi a Padova) Cecilia Baravelli per non aver depositato prove favorevoli all'allora ministro dell'Interno Matteo Salvini nell’indagine sul caso della ong Open Arms dell’estate 2019 che ha portato il leader della Lega a processo per sequestro di persona e rifiuto d’atti d’ufficio dopo aver impedito per settimane lo sbarco dei migranti sulla terraferma. 

L'indagine è nata da un esposto dell’ex vice presidente del Senato, Maurizio Gasparri, in quel momento presidente della giunta per le elezioni e le immunità parlamentari. Gasparri avrebbe appreso solo dai giornali, e non dagli incartamenti delle Procura di Agrigento e Palermo inviate per chiedere di processare l’ex ministro dell’Interno, dell’esistenza di una relazione redatta dal sommergibile Venuti della marina militare sul salvataggio di migranti dell’1 agosto 2019 nella quale si parlava di "anomalie" nei comportamenti della ong spagnola come il cambio repentino di rotta e alcune comunicazioni avvenute via radio che avrebbero fatto sospettare un collegamento con i trafficanti di uomini.

 

 

Salvini, assistito dalla sua legale e presidente della commissione Giustizia del Senato, Giulia Bongiorno, ha querelato per abuso d’ufficio i tre magistrati e si è opposto alla richiesta di archiviazione della Procura.

Bene. Per la gip di Caltanissetta la decisione di non depositare quegli "atti" rientra nella "discrezionalità" tipica e nella "valutazione di tecnica investigativa" da parte dei pubblici ministeri. I quali hanno spiegato come, secondo la loro "esperienza" di indagini sulle Ong, quell’informativa sarebbe stata "neutra" e non aggiungesse nulla, perché le comunicazioni radio in mare "avvengono" in "VHF" tra "soggetti vicini e quindi si poteva ragionevolmente ritenere che è il dialogo non fosse con la terraferma" e perché "è del tutto normale che le navi Ong ricevano informazioni sulla posizione di barche dai velivoli o dal sistema Alarm Phone (la ong che riceve gli Sos dai migranti, ndr)" e che per questo motivo il "cambio di rotta e l’accelerazione è la prassi dei salvataggi".

 

Inoltre, hanno aggiunto i magistrati, "la lingua utilizzata era lo spagnolo" tra "appartenenti all’equipaggio senza l’intervento di soggetti estranei". Secondo il gip la "bontà" del comportamento dei pm - si legge nelle 24 pagine di ordinanza - starebbe anche nel non aver inserito nel fascicolo d’indagine e poi processuale nemmeno il decreto di archiviazione nei confronti del comandante e del capo missione di Open Arms - a loro volta indagati per favoreggiamento dell’immigrazione irregolare - che pure avrebbe "avvalorato la tesi accusatoria" contro l'allora ministro dell'Interno.