Ai domiciliari

Liguria, Aldo Spinelli: "Ho finanziato anche Emma Bonino"

Due lunghe ore davanti al gip nelle quali "ho risposto a tutto". Aldo Spinelli, 84 anni, tra i signori del porto di Genova, ieri mattina 13 maggio è stato interrogato dal giudice per le indagini preliminari di Genova Paola Faggioni dopo l’inchiesta che lo vede ai domiciliari da martedì scorso con l’accusa di corruzione.

Secondo i magistrati sarebbe lui ad aver cucito rapporti sempre più stretti con la politica ligure, foraggiata per ottenere favoritismi e spazi sempre più ampi alla conquista dello scalo di Genova, lui che avrebbe pilotato le azioni di rappresentanti del potere pubblico per raggiungere i suoi scopi. 

 

 

Spinelli doveva essere sentito sabato 11 maggio, poi per un disguido tecnico dovuto a una mancata comunicazione della cancelleria l’appuntamento è slittato di 48 ore. Arrivato in sordina, elegante in gilet blu e camicia bianca, non si è sottratto a qualche risposta breve ai giornalisti che lo aspettavano al termine dell’incontro, fuori dalle aule del terzo piano del tribunale di Genova. "Com’è andata commendatore?". "Bene, fate i bravi mi raccomando. Preoccupato? No, assolutamente no", sono le parole di Spinelli, apparso come al solito sornione e quasi sorridente.

 

 

A chi gli chiedeva se avesse risposto al gip ha detto: "Sì, a tutto tutto. Tranquilli". E passando poi alla misura che lo tiene ai domiciliari da una settimana, a chi domandava se ha messo in conto di uscire, ha spiegato: "Io penso di meritarmelo". Respinte poi le accuse di corruzione: "Tutti i versamenti fatti sono alla luce del sole, in chiaro e con bonifico". Spinelli ha aggiunto di aver finanziato altri partiti, riporta il Giornale, "ha anche dato soldi a Emma Bonino - rivela il difensore - che nemmeno conosce". Il fatto è che la Bonino non gestiva le concessioni del porto di Genova. 

In mattinata lungo interrogatorio anche per il figlio Roberto Spinelli, che ha anche lui risposto alle domande del giudice.