La sentenza
Ilaria Salis, l'Italia nega l'estradizione di Gabriele Marchesi: subito libero
Se in Ungheria questa mattina è arrivato il verdetto della corte ungherese che chiude le porte ai domiciliari per Ilaria Salis, dalle nostre parti la corte d’Appello di Milano - giudici Monica Fagnoni, Stefano Caramellino e Cristina Ravera - hanno negato la consegna all’Ungheria di Gabriele Marchesi colpito da mandato di arresto europeo (emesso ad ottobre ed eseguito lo scorso 21 novembre) perché accusato di aver aggredito tre persone nel corso di una manifestazione neonazista a Budapest dell’11 febbraio 2023, insieme alla connazionale Ilaria Salis, che da quel giorno è detenuta in un carcere ungherese. I giudici hanno stabilito anche che da questo momento non vigono più i domiciliari, ma il 23enne è un libero cittadino. Intanto si alza lo scontro tra la famiglia Salis e la corte di Budapest.
Infatti il papà della Salis ha reagito così dopo il verdetto ungherese: L'ennesima prova di forza del governo Orban" l'ha definita Roberto Salis. "Un po' me lo aspettavo Ilaria qui è considerata un grande pericolo".Infine l'avvocato che assiste la donna, Eugenio Losco, ha dichiarato: "Non penso che in Ungheria ci possa essere un trattamento diverso da quello che abbiamo visto e penso che questo sia assolutamente inaccettabile per l’Italia. Resterà in carcere chissà ancora per quanto, può l’Italia accettare questo trattamento? Assolutamente no".
Insomma il fronte resta aperto e la sinistra usa la vicenda della Salis per racimolare qualche consenso. Le parole del ministro degli Esteri, Antonio Tajani, in questo senso sono precise: "Non va bene, vanno sempre rispettati i diritti dei detenuti, soprattutto di quelli in attesa di giudizio come prevedono le norme comunitarie: continuiamo ripeterlo. Mi auguro che possano essere concessi gli arresti domiciliari e che poi possa essere assolta. Ma non politicizziamo il processo, perché se viene politicizzato chi ne subisce più le conseguenze è la Salis".