Sotto accusa
Davigo choc da Fedez, rivolta del Tribunale di Brescia: "Intervenga il Csm"
Hanno scatenato l'inferno sui social le dichiarazioni di Piercamillo Davigo da Fedez nella puntata di Muschio Selvaggio dedicata alla stagione di Tangentopoli. "Purtroppo, per quanto sia crudo quel che sto dicendo, in questo mestiere capita che gli imputati si suicidino", ha detto il magistrato.
E ancora: "Lo so che è una cosa spiacevole quella che sto per dire, ma è la verità. Bisogna avere chiare le cose: le conseguenze dei delitti ricadono su quelli che li commettono, non su coloro che li scoprono e li reprimono. Perché altrimenti il ragionamento porterebbe a dire: allora non fate le indagini". Ricordando il caso di Raul Gardini, Fedez ha quindi chiesto a Davigo se si fosse mai dispiaciuto quando una delle persone da lui indagate si è tolta la vita: "Ma certo che dispiace. Prima di tutto, se uno decide di suicidarsi lo perdi come fonte di informazione".
Parole che hanno fatto infuriare Enrico Aimi, il presidente della Prima Commissione del Csm, In una nota, ha definito le dichiarazioni di Davigo "imbarazzanti" e ha affermato che è stata "predisposta una pratica a tutela di tutti i magistrati del capoluogo del distretto di Brescia". Secondo Aimi, consigliere laico eletto in quota Forza Italia, "quanto affermato dal dottor Piercamillo Davigo nel corso dell’ormai nota intervista radiofonica, 'a Brescia le cose non sempre le capiscono, per questo mi hanno condannato', è un attacco all’autonomia e al prestigio della magistratura, nonché un atto denigratorio del lavoro svolto negli uffici giudiziari di Brescia, ancor più inopportuno visto il giudizio pendente in corso. Sorprende che un magistrato, con così tanta esperienza alle spalle rilasci dichiarazioni di questo tenore che non solo minano la credibilità dei giudici interessati, ma dell’intero ordine giudiziario".
Anche il Tribunale di Brescia si è irritato: "Stupore e sconcerto per i contenuti dell'intervista rilasciata dal dottor Piercamillo Davigo. Sorprende che un magistrato che ha ricoperto incarichi apicali di rilievo nazionale si lasci andare a pesanti giudizi che investono, indifferentemente, i giudici che lo hanno giudicato (e condannato), l'Ufficio giudiziario, la stampa locale, e l'intera comunità bresciana. Espressioni e atteggiamento che costituiscono incomprensibile negazione del rispetto dovuto alla giurisdizione tout court, doveroso ed esigibile soprattutto da chi ha indossato la toga per oltre quaranta anni", hanno scritto in una nota.
"Il Tribunale di Brescia si riserva di segnalare quanto accaduto al Consiglio Superiore della Magistratura per l'apertura di una pratica a tutela di tutti gli Uffici Giudiziari del capoluogo del Distretto".