Riforma necessaria
La legge salva-cavalli ancora ferma al palo: perché è ora di farla partire
Ha passato da qualche annetto gli 80 ma è ancora lì che si batte per gli amati cavalli e per salvare la sua ippica, «anche se - ammette - la sento un po’ meno mia perché rovinata da chi intende approfittare dell’autorefenzialità e dell’ignoranza di tante persone per bene». In ogni caso al cuore e alla passione non si comanda e Roberto “King” Mazzucato, imprenditore in pensione che nel mondo delle corse al trotto è arrivato prima come scommettitore trasformandosi poi in proprietario e quindi straordinario allevatore, è sempre attivo nell’ippica, anche come punto di riferimento, informativo e non solo, sui social e in particolare su Facebook.
Fu anche chiamato a far parte della task force di saggi ed esperti voluta dall’allora ministro dell’Agricoltura Centinaio per cambiare l’ippica, ma dopo soli tre mesi l’abbandonò «perché mi ero accorto - denuncia - che al di là delle intenzioni di Centinaio a tirare le fila erano i burocrati del ministero, oltretutto “guidati” con suggerimenti più o meno interessati da quella parte e dai potentati dell’ippica che aveva ridotto il settore in quello stato, poi successivamente aggravatosi. I miei colleghi di task, tutti stimabili, a cominciare dall’on. Ercole, passando da Francesco Ruffo e finendo, per fare un terzo esempio, al giornalista Enrico Varriale, hanno continuato a crederci e dopo 6 mesi, a lavoro quasi ultimato, si sono trovati sul tavolo un documento che nulla aveva a che vedere con il loro progetto e si sono sentiti invitati a firmare quello. Naturalmente hanno detto no e hanno dato le dimissioni».
Mazzucato teme stia succedendo la stessa cosa ora, a distanza di 4 anni, con la proposta di legge “Primavera” e il piano industriale ad essa collegato («cui nel mio piccolo- svela- ho contribuito anch’io, per le competenze allevatoriali») che sarebbero l’ultima speranza per i cavalli e il loro benessere («compresa la doverosa, progressiva, abolizione della frusta nelle corse») nonché per un effettivo rilancio dell’ippica attraverso le riforme. «Qualcuno - spiega Mazzucato - sta ostacolandone la sacrosanta trasformazione in legge e l’adozione del progetto. Anche in Parlamento, tra Camera (dove la proposta sarebbe pronta, in Commissione Agricoltura, per essere ripresentata, ndr) e Senato, si mena il can per l’aia rimandando il tutto a provvedimenti e inciuci».
«Non sono un politico e non voglio soffermarmi sul fatto che legge e piano darebbero un senso anche a quello che, senza, è solo uno spreco di soldi pubblici, né sulle potenzialità di un comparto come questo anche in termini di occupazione, cultura, formazione e sociale, ma su due cose potrei, purtroppo, scommettere forte: la prima è che dietro a questo ostracismo ci sono gli stessi “mandanti” e cioè i soliti “prenditori” a cui va bene si vada avanti così finché c’è ancora qualcosa appunto da prendere: da un lato grandi scuderie, allevamenti e stallonieri; dall’altro, senza generalizzare perché ci sono casi virtuosi, a ippodromari e concessionari del gioco». E la seconda cosa su sui Mazzuccato pone il focus è che è che «o si fa la Legge e con il Piano Industriale e le riforme si cambia tutto e alla svelta, oppure si va, neppure troppo lentamente, verso il fallimento totale dell’ippica e una chiusura annunciata».