Il caso
Torino, per i pm lo smog è colpa dei sindaci: Appendino e Fassino a processo?
Un’inchiesta (che, sinceramente, ricorda un po’ quella sul Covid), con una relazione epidemiologica (cioè una sorta di “superperizia”) che mette nero su bianco un numero spaventoso: fino a 1.400 morti, solo a Torino, solo tra il 2015 e il 2019, solo a causa dello smog. E una lista di avvisi per la chiusura delle indagini che è lunga sette righe, che vira a sinistra e passa per quello che (allora) era il centro giallo del Movimento cinque stelle.
Sì, perché nel mirino della procura piemontese, in questo faldone aperto per “inquinamento colposo”, ci finisce la politica: ci finiscono, insomma, l’ex governatore regionale Sergio Chiamparino (Pd), il suo ex assessore all’Ambiente Alberto Valmaggia (centrosinistra), l’ex sindaco Piero Fassino (idem), l’ex assessore comunale alle Politiche ambientali Enzo Lavolta, l’ex prima cittadina Chiara Appendino (M5s) e i suoi due (ex pure loro) Cirio (Forza Italia) e l’assessore Matteo Marnati (Lega), entrambi eletti appena a metà del 2019.
Le Pm10. La polvere sottile. L’aria irrespirabile. La procura di Torino e, in particolare modo, il pubblico ministero Gianfranco Colace sostengono che le autorità amministrative non abbiano fatto nulla, o quasi, per arginare lo sforamento delle soglie consentite per legge, che i sette coinvolti avrebbero cagionato «una compromissione o un deterioramento significativo e misurabile dell’aria della città». I rilevamenti dell’Arpa, l’Agenzia regionale perla protezione ambientale. E soprattutto quei dati, sui “morti da smog”, a cui si dovrebbero aggiungere anche 1.179 persone ricoverate con una malattia respiratoria o cardiovascolare. «Il sindaco ha potere di emanare ordinare contingibili e urgenti in caso di emergenza sanitaria», dice ancora la procura, «quali possono essere ritenute quelle, tra l’altro, derivanti dal superamento dei valori limiti di Pm10 perché l’esposizione a tale inquinante è dimostrato essere agente causale di un eccesso di mortalità».
Signori, vediamo di essere chiari: qui nessuno, ma proprio nessuno, vuole fare il negazionista del clima. Che lo smog, l’inquinamento e l’aria sporca siano fattori sui quali prestare attenzione, contro i quali battersi, è indubbio. Ci mancherebbe. Però, ecco, il rischio, a portare in tribunale incartamenti del genere, è di rimanerci incartati sul serio. Come è successo per l’inchiesta bergamasca sulla pandemia (gli stessi elementi: una “superperizia” bollata e finita in un niente di fatto, la politica alla sbarra, l’archiviazione che sembrava scritta nelle carte e infatti è arrivata, inesorabile). «Il sindaco», precisano i pm di Torino, «doveva adottare ordinanze al fine di prevenire ed limare gravi pericoli che minacciano l’incolumità pubblica». Ricorda qualcosa.