Senza pace
Silvio Berlusconi, Ruby-ter: così i giudici lo vogliono colpire pure da morto
Silvio Berlusconi è morto. Eppure c'è ancora chi lo vuole alla sbarra. La Procura di Milano, infatti, proseguirà il processo Ruby ter. Il motivo? La "morte del reo" estingue il reato per il reo, non per i suoi coimputati. Così, anche se il fondatore di Forza Italia (accusato di corruzione giudiziaria per aver pagato una trentina di testimoni per indurli a mentire sulle feste del bunga-bunga) e tutti gli altri sono stati assolti, la Procura ha tempo fino a fine giugno per presentare il ricorso.
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Il problema però per il procuratore aggiunto Tiziana Siciliano e il sostituto Luca Gaglio è come farlo e a chi presentarlo. "La via usuale - spiega Gianni Barbacetto sulle colonne del Fatto Quotidiano - è il ricorso in appello; ma c’è anche la possibilità della 'revisio per saltum', cioè di impugnare l’assoluzione direttamente davanti alla Corte di cassazione". Cosa decideranno i due pm non è dato sapersi, ma per fare un po' di chiarezza Barbacetto fa un passo indietro, a quel 15 febbraio quando ci fu l'assoluzione in primo grado. "La settima sezione penale del tribunale di Milano, presieduta da Marco Tremolada, non aveva valutato i fatti - spiega Barbacetto -, cioè i pagamenti che il fondatore di Forza Italia aveva elargito alle ragazze delle feste e agli altri testimoni, che avevano poi raccontato ai giudici dei processi Ruby 1 e Ruby 2 che quelle di Arcore erano “cene eleganti”; ma aveva stabilito che le imputate non potevano essere considerate testimoni, perché andavano indagate già all’epoca. Se non erano testimoni, svanisce l’imputazione di falsa testimonianza; e, non essendo testimoni, non erano neppure pubblici ufficiali, dunque svanisce anche il reato di corruzione (che solo un pubblico ufficiale può commettere)".
Finita qui? Niente affatto. "Ma i pm hanno sostenuto in aula che invece gli imputati avevano mantenuto la qualità di testimone e pubblico ufficiale e ora potrebbero ricorrere direttamente in Cassazione, in punto di diritto, contro l’impostazione giuridica dei giudici che hanno assolto". Motivo per cui se la Procura di Milano sceglierà di fare il "saltum" in Cassazione, questa potrebbe dirimere la questione giuridica (testimoni o imputati?) e poi rimandare ai giudici dell’appello il giudizio sui fatti.