Compagno fuori linea

Vittorio Feltri su Massimo D'Alema: "Ecco perché è indagato"

Vittorio Feltri

La notizia più stupefacente di ieri riguarda Massimo D’Alema, già presidente del Consiglio e leader della sinistra, quando questa era una cosa seria, benché a me non piacesse come non mi garba quella attuale. Questo uomo è finito nell’occhio del ciclone in quanto accusato di aver mercanteggiato con la Colombia una fornitura di aerei da guerra. Si dà però il caso che Baffino non sia un mercante di armi e quindi si sia limitato a svolgere il ruolo di consulente, che non è certo un reato ma è semplicemente un lavoro, una attività lecita. Non si capisce perché egli, pur essendosi mosso nell’ambito della legalità, debba essere accusato di aver commesso un illecito. Conosco personalmente D’Alema e anche se non condivido una virgola del suo patrimonio ideologico, nutro per lui una certa stima e il fatto che sia stato coinvolto come probabile colpevole in una vicenda illecita mi infastidisce.

 

 

 

Una grana, quella che lo colpisce, che se non avesse un risvolto giudiziario mi farebbe ridere. La sua storia assomiglia a quella abbastanza recente che ha turbato la vita di Matteo Renzi, altro progressista le cui posizioni politiche non mi entusiasmano, il quale è stato pubblicamente redarguito perché spesso ospite di Paesi arabi in veste di conferenziere, come se parlare in pubblico in uno Stato straniero, in cambio di un lauto compenso, costituisse reato. In sostanza il mio sospetto è che chi non sia in linea con l’attuale Pd, meriti di essere messo alla Berlina. Una follia che grida vendetta.

Si dà il caso, tornando a D’Alema, che l’Italia sia il sesto produttore mondiale di armi. Le quali è ovvio che siano vendute al miglior acquirente. Attenzione questo commercio non è avvenuto perché il vecchio dirigente rosso abbia svolto il ruolo di mediatore, ma semplicemente quello di consulente, ciò che non è contro la nostra legge. Niente di sporco. Una semplice prestazione professionale. È quindi assurdo che venga accusato di aver sgarrato. Nel mio piccolo lo difenderò benché sia un ex comunista, così come ho difeso Renzi conferenziere.

 

 

 

Rilevo che quando un signore ex protagonista della politica esce dal cono di luce inevitabilmente finisca vittima della giustizia e debba subire pure lo sputtanamento pubblico. Da notare che da oltre un anno il nostro Paese fornisce armi (gratis) all’Ucraina anche se non vincerà mai la guerra con la Russia per evidente inferiorità bellica. Se proprio odiamo i cannoni e le mitragliatrici e generi affini smettiamo di produrre simile merce. Ma non credo che le nostre industrie specializzate siano d’accordo con questa soluzione. Per concludere lasciate che D’Alema faccia il consulente della Colombia, a noi non ce ne frega niente.