l'angolo della giustizia
Abuso d'ufficio, ecco perché è un reato che aggrava i vizi burocratici
L’opinione pubblica italiana e l’Unione Europea rimproverano da sempre all’Italia un eccesso di burocrazia nel rapporto con i cittadini da parte della pubblica amministrazione, accusata, non senza ragione, di lentezza, inefficienza, lungaggini di varia natura. L’accusa è sicuramente fondata e non è difficile ricercarne le ragioni nell’organizzazione verticistica dei nostri apparati decisionali e nella eccessiva sovraesposizione dei dirigenti chiamati ad adottare le decisioni di competenza. In un’elaborazione effettuata prima del Covid dalla Corte dei Conti risultarono in servizio 173.074 dirigenti nel triennio 2016-2018, con una crescita complessiva di circa 17.000 unità ma con l’aumento circoscritto a due soli settori, Forze armate e Corpi di polizia.
Ciò premesso, occorre rilevare che circa il 70% delle inchieste per abuso di ufficio si chiudono con archiviazioni, proscioglimenti o assoluzioni: nel frattempo però, stante la lunghezza dei procedimenti saltano carriere o incarichi di funzionari e dirigenti pubblici, per questo timorosi di assumersi responsabilità decisionali. Tornando al primo dei due aspetti più sopra segnalati, quello dell’organizzazione verticistica con un dirigente che si prende tutte le responsabilità senza essere un tuttologo, occorrerebbe puntare sull’alternativa del lavoro di gruppo, con un team di tecnici competenti che affrontano le questioni in contemporanea e prendono di concerto le decisioni richieste: dall’uomo solo al comando al lavoro di squadra! Per quanto concerne invece le paure dei dirigenti ed i rischi di incappare in un’accusa di abuso di ufficio, il ventaglio dei possibili rimedi è più ampio. La soluzione totale sarebbe l’eliminazione del reato di abuso di ufficio, che libererebbe i dirigenti dalla paura della firma ed è causa prima del blocco delle pratiche. In attesa che ciò avvenga, rimedi minori e sicuramente efficaci sono ipotizzabili con la semplificazione delle normative, rendendone più chiaro il contenuto e riducendo il numero dei passaggi da un ufficio all’altro.
Si dovrebbe passare ad un sistema di collaborazione istituzionale, con Enti esponenziali di rango elevato (Corte dei Conti, Ragioneria Generale dello Stato, Avvocatura dello Stato) che non si limitano a dare un parere ma assumono un ruolo più consulenziale. Ed ancora, vedo con favore una polizza salva dirigenti a carico almeno parziale delle Amministrazioni di appartenenza, per coprire le spese legali in caso di giudizio per danno erariale; come pure la limitazione ad alcune mensilità di stipendio del danno da risarcire in caso di acclarata responsabilità per colpa e non per dolo (un sistema simile a quello in vigore per i magistrati). Su tutte, però, necessita la collocazione nei posti di comando di soggetti competenti e preparati, privilegiando il merito rispetto alla semplice anzianità senza demerito.
di Bruno Ferraro