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Spia russa, agguato delle toghe a Carlo Nordio: "Non sapevamo nulla"
La fuga dall'Italia dell'imprenditore russo Artem Uss agita ancora le acque. Ieri la premier Giorgia Meloni ha definito il fatto “abbastanza grave”. Aggiungendo: “Mi riservo di parlarne con il ministro della Giustizia Carlo Nordio per capire come sono andate le cose. L'anomalia principale credo sia la decisione della Corte d'Appello di offrire gli arresti domiciliari con motivazioni discutibili e di mantenerla anche quando c'era un'iniziativa sull'estradizione, perché in quel caso il rischio di fuga diventa più evidente”.
Il ministro Nordio ha deciso accertamenti sulla decisione della Corte d'appello di Milano di concedere a Uss gli arresti domiciliari con braccialetto elettronico anziché il carcere. I magistrati ribattono di non essere stati informati dal Ministero dell'allarme lanciato dal governo americano sul pericolo di fuga dell'imprenditore russo. Uss, figlio 41enne del governatore di Krasnojarsk Alexander Uss, sodale del presidente russo Vladimir Putin, fu arrestato a Malpensa il 17 ottobre 2022 su mandato d'arresto della Corte di New York per frode bancaria, violazione dell'embargo al Venezuela mediante contrabbando di petrolio e contrabbando, via Dubai e Malesia, di componenti elettroniche usate dai russi per produrre armi.
BRACCIALETTO ELETTRONICO
Il 25 novembre la Corte d'Appello di Milano concesse a Uss i domiciliari, effettivi dal 2 dicembre, quando arrivò il braccialetto elettronico, in una sua casa di Basiglio. Lì era controllato due volte al giorno dai carabinieri del Nucleo operativo di Milano. La corte di Milano ha ieri sostenuto, in una sua relazione, che il Ministero della Giustizia non le aveva inoltrato la lettera del 29 novembre del Dipartimento di Giustizia USA, che disapprovava i domiciliari per il “rischio fuga” e chiedeva il ritorno in prigione.
Per i magistrati milanesi, Nordio non li rese edotti della lettera di Washington, inviando il 9 dicembre solo copia della sua risposta agli americani, datata 6 dicembre, in cui spiegava che la competenza a decidere le misure restrittive è dell'autorità giudiziaria e che i domiciliari con braccialetto elettronico sono pari al carcere.
L’EX UFFICIALE ITALIANO
Gli Usa chiesero l'estradizione, pare per usare Uss come merce di scambio per chiedere ai russi il rilascio di Paul Whelan, condannato nel 2020 a 16 anni per spionaggio. L'estradizione fu concessa il 21 marzo 2023. E il 22 marzo Uss sparì da Basiglio riapparendo il 4 aprile, libero, a Mosca. La fuga sarebbe avvenuta con la rimozione del braccialetto e l'aiuto di un gruppo di “persone dell'Est”, da 5 a 7, grazie a documenti falsi e automobili con targa croata.
Via terra, Uss sarebbe passato in Slovenia, da lì in Serbia, forse Turchia, infine in Russia. Fra i complici probabilmente agenti del servizio segreto russo SVR. Ma il canale Tele gram VchK-OGPU, vicino agli 007 di Mosca e che nel nome richiama la polizia OGPU di Stalin, parla della complicità di «un ex-ufficiale delle forze speciali dell’esercito italiano che ha vissuto a Mosca oltre 6 anni poiché, lasciato l'esercito, vi si è trasferito in sposando una donna del posto».
Un ex-militare italiano implicato nella fuga di Uss? Lo si verificherà. Intanto il presidente dell'ANM, Giuseppe Santalucia, giustifica i domiciliari: «Anche nei casi d’estradizione il carcere preventivo è extrema ratio. Ci rimproverano abusi sulla custodia poi quando capita l’incidente non si può pensare sia colpa dei giudici». E l’indipendenza ella magistratura in questo caso che fine avrebbe fatto?