Carcere duro
Carlo Nordio, Cospito e gli anarchici: indiscreto prima del Cdm
Venerdì gli attentati anarchici al corpo diplomatico italiano a Barcellona e Berlino. Oggi, il Consiglio dei ministri che dovrà decidere cosa fare su Alfredo Cospito, leader anarchico detenuto con regime 41 Bis. Sta continuando lo sciopero della fame da 100 giorni, le sue condizioni di salute stanno diventando drammatiche, il suo avvocato Flavio Rossi Albertini ha presentato istanza di revoca del carcere duro. Le due vicende, il terrorismo anarchico e la battaglia giudiziaria di Cospito, sono legate.
Al centro del mirino c'è il governo di Giorgia Meloni, chiamato al difficile compito di decidere della vita di Cospito senza però piegarsi alle minacce degli estremisti internazionali. Sarà il ministro della Giustizia Carlo Nordio a pronunciare l'ultima parola, in attesa del parere della Procura antiterrorismo di Torino e della Direzione nazionale antiterrorismo che arriverà nelle prossime ore. Nordio dovrà decidere se revocare il 41 bis.
La "trattativa" tra Nordio e il legale di Cospito va avanti ormai da 20 giorni, quando il ministro aveva sottolineato come la situazione dell'anarchico è costantemente "monitorata con la massima attenzione".
A sbloccare la situazione potrebbe essere una sentenza della Corte d'assise di Roma, che ha assolto alcuni imputati anarchici dal reato di "associazione con finalità di terrorismo e di eversione dell’ordine democratico". Cospito in quel processo era considerato "la mente" che dal carcere suggeriva ai compagni cosa e quando colpire.
Da qui la scelta di sottoporlo al regime speciale, sebbene non fosse né un mafioso né un terrorista conclamato. Proprio su questo fa leva la difesa dell'uomo, che tenta di allontanare il detenuto dal concetto di lotta armata. Non ci sarebbe, anche secondo i giudici, un legame diretto tra le parole di Cospito e le azioni dei compagni, all'esterno, frutto più di "antagonismo sociale" che di volontà terroristiche.
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