Guardasigilli
Carlo Nordio tira dritto e incassa l'appoggio di Renzi e Calenda
La maggioranza di governo è composta dal solo centrodestra e tale resterà, almeno per un bel po'. Ma la maggioranza che ha la stessa idea su come riformare la giustizia (le leggi ordinarie che la disciplinano e più avanti le norme costituzionali) è più larga e comprende pure Azione e Italia Viva. Il trait d'union è Carlo Nordio: Matteo Renzi ha già definito il guardasigilli «la migliore scelta di Giorgia Meloni» e Carlo Calenda, dopo averlo sentito parlare, ieri ha scritto che «l'intervento di Nordio è interamente condivisibile e rappresenta la linea che Azione e Italia Viva hanno sempre seguito». Se son rose fioriranno.
Di certo, presentando in Senato la relazione sullo stato della giustizia, il garantista e liberale Nordio non ha fatto nulla per blandire il giustizialismo del Pd e dei Cinque Stelle. Ha tirato dritto su tutti i punti del proprio programma, anche (soprattutto) quelli su cui parte della magistratura e la sinistra lo attaccano ogni giorno. I suoi principi cardine sono «la tutela della presunzione di innocenza della persona, assicurandone la dignità e l'onore durante le indagini e il processo», e la certezza della pena, «che non coinciderà sempre e solo con il carcere».
MAFIA E TERRORISMO - In pratica occorrerà intervenire su molte cose, incluse le intercettazioni, sulle quali i suoi avversari nella sinistra e nella magistratura insistono a contestarlo. A loro Nordio ha ribadito: «Non vi saranno riforme che toccheranno le intercettazioni sulla mafia e sul terrorismo». Ciò per cui sono indispensabili le intercettazioni, ha spiegato, «sono i movimenti delle persone sospettate di criminalità, terrorismo e altri reati gravissimi», anche per capire quali «rapporti occulti e misteriosi legano queste persone ad altre». In tali casi le intercettazioni, «anche quelle preventive e non quelle giudiziarie, sono indispensabili». Discorso diverso per le intercettazioni giudiziarie «che coinvolgono persone non imputate né indagate e che, attraverso un meccanismo perverso e costosissimo di diffusione pilotata, finiscono sulla stampa».
Il limite alla libertà delle conversazioni da parte dell'autorità giudiziaria deve essere quindi «un'eccezione, non la regola», e su questo, ha garantito, «andremo fino in fondo». Evitando che le intercettazioni possano avere il valore di prova in sé, anche perché manipolarle è sempre più facile: sinora c'è stata «la tecnologia del taglia e incolla delle conversazioni digitalizzate», ma oggi, ha avvertito, «è molto peggio, si può fare con il virus trojan».
Altro punto importante su cui c'è piena intesa con il terzo polo è «l'imminente e profonda revisione di quei reati che intimoriscono gli amministratori senza tutelare i cittadini». Il riferimento è innanzitutto al reato d'abuso d'ufficio: e qui, se a votare fossero i sindaci del Pd anziché i parlamentari, l'appoggio sarebbe garantito.
LE LEGGI DI MUSSOLINI - Il lavoro si prospetta intenso soprattutto sul fronte della giustizia penale. Il progetto «a medio e lungo termine» di Nordio è di rivedere sia il codice penale scritto da Alfredo Rocco nel 1930, sia il codice di procedura penale. «È abbastanza contraddittorio», ha detto il guardasigilli, «che, a distanza di tanti anni dall'approvazione della Costituzione repubblicana, nata dalla Resistenza, sia in vigore un codice penale firmato da un dittatore». Ed è ancora più singolare, ha proseguito, «che il codice di procedura penale, firmato dal professor Vassalli, un eroe della Resistenza, sia stato invece demolito, trasformato e imbastardito da tutta una serie di interventi legislativi e anche della stessa Corte costituzionale, diventando così inapplicabile». I presupposti per fare questo e il resto assieme alla parte non giustizialista dell'opposizione ci sono. La relazione del ministro è stata approvata tramite due risoluzioni simili: quella del centrodestra ha incassato 95 voti (55 contrari e 7 astenuti), quella presentata dal terzo polo addirittura 100 voti (54 contrari e 4 astenuti). Qualcosa si sta muovendo.