Giustizia?

Buon verbale: l'appunto di Filippo Facci

Filippo Facci

Sacrificare la rubrica prenatalizia a Piercamillo Davigo non è proprio il massimo, ma a suo modo è rassicurante anche lui, duttile come una catena montuosa in granito paleozoico. Il tema, tu guarda, sono le intercettazioni. Ha scritto: «Il segreto investigativo è posto a tutela delle indagini». È l'opinione di Davigo, mentre quella di chi ha redatto il Codice di procedura era appena appena contraria. 

Poi: «La riforma sul punto è già intervenuta nel 2017». Ma non funziona: conterà qualcosa? Questa, poi, la recita dal 1992: «Se qualcuno scrive che io sono un ladro, è ridicolo che io gridi alla violazione del segreto... Se qualcuno mi dà del ladro e sono onesto lo devo querelare per diffamazione, e non lamentarmi della violazione del segreto». Già, peccato che il processo per diffamazione sarà chissà quando, e non se lo filerà nessuno, mentre il marchio d'infamia resterà a vita. Visto che a Davigo piacciono le similitudini: se qualcuno mi spara, è ridicolo che io lamenti problemi di sicurezza nelle strade: lo devo denunciare per omicidio o meglio devono farlo altri, perché dalla bara è faticoso.

Infine: «Il ministro può esercitare l'azione disciplinare nei confronti dei magistrati». Giusto. A proposito: sarà solo per galantomismo se Nordio non farà un mazzo così al procuratore Carlo Pinto, che ieri, sul coso quotidiano, ha paragonato l'azione del Guardasigilli a quella della P2.