lo sfogo
Maroni, l'avvocato contro i magistrati: "Così il suo male terribile..."
La morte prematura di Roberto Maroni non ha scosso solo la Lega. Nel giorno della sua scomparsa, da sinistra a destra giungono messaggi di condoglianze. Tra gli ultimi a prendere la parola è Domenico Aiello. Lo storico legale dell'ex ministro e segretario leghista racconta il calvario dell'amico: "Mi mancherà moltissimo. Bobo era un vero amico, un animo nobile, un politico visionario, serio", premette ricordando le sui più grandi passioni: "Amava la politica, per lui contavano le buone idee e solo da queste si faceva condurre".
Ma il percorso di Maroni è stato tutt'altro che semplice. Aiello torna al passato, sottolineando che l'ex governatore della Lombardia "ha sofferto tanto, molto di più di quanto si possa credere o immaginare specie per come la giustizia degli uomini lo ha trattato, per come è stato descritto e mal scritto". Da qui l'accusa sulla malattia che alla fine ha avuto la meglio: "Anche così - punta il dito l'ex socio - questo male terribile si è alimentato".
D'altronde Maroni "rispettava le Istituzioni più di ogni altra cosa. Da tempo protetto da una famiglia meravigliosa ha mantenuto contegno e decoro nella malattia. Sempre coerente, cultore del basso profilo, ha insegnato tanto a molti, anche a quelli di memoria corta". Una chiara frecciata su cui Aiello non si sofferma. Il riferimento dello sfogo però è chiaro: Maroni era ancora sotto processo a Milano per induzione indebita e turbata libertà nel procedimento di scelta del contraente per il caso di un altro contratto. Processo più volte rinviato nei mesi, anche di recente, per impedimenti proprio legati ai motivi di salute di Maroni. Più nel dettaglio, secondo l'imputazione l'ex governatore, "abusando della sua qualità di vertice dell’ente regionale nonché dei suoi poteri", avrebbe fatto pressioni sull’allora dg di Ilspa Guido Bonomelli, "affinché conferisse un incarico pubblico all’architetto" Giulia Capel Badino. Per la Procura "Maroni, legato a Capel Badino da una relazione affettiva, induceva Bonomelli a conferire l’incarico a Capel Badino, individuando l’esigenza di un supporto tecnico specialistico" nel progetto della Città della Salute.