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Piercamillo Davigo, l'appello di Vittorio Feltri: "Perché dovete lasciarlo in pace"

Vittorio Feltri

Piercamillo Davigo è famoso da oltre 30 anni, per via del fatto che è stato un magistrato protagonista, con Antonio Di Pietro, di Mani Pulite. All'epoca ebbi un contenzioso con lui, il quale mi querelò, e vinse la causa, perché, scherzando, avevo scritto che egli anche da ragazzo era il primo della classe, uno che copriva i compiti con la carta assorbente per impedire ai compagni di copiarli. Capirai che offesa. Ciò nonostante non ho mai nutrito rancore nei suoi confronti considerandolo una persona preparata benché nutrita di un carattere di carta vetrata.

 

 

 

Inoltre confesso che il suddetto rancore è un sentimento troppo impegnativo che logora chi lo prova. Vedo che oggi, da quando è andato in pensione, l'ex pm è strapazzato da chiunque, inclusi gli ex colleghi che lo stanno processando per una minchiata, trattandolo alla stregua di un delinquente. Viene accusato di aver mostrato alcuni documenti della Procura a qualche magistrato, carte che dovevano restare non si sa perché - segrete. Trovo questo accanimento nei suoi confronti non solo inutilmente crudele ma perfino ridicolo.

 

 

 

Come si spiega tanto livore verso di lui? Non ho certezze di alcun tipo, né conosco Piercamillo, mai incontrato, però assistere alla sua persecuzione mi irrita e mi addolora. Già essere costretti ad andare in pensione è una specie di castigo di Dio, se a ciò aggiungi che contro l'anziano si scatena una sorta di linciaggio, non si può non essere assaliti dal disgusto. Davigo è sempre stato un duro e lo sarà ancora, per cui suppongo che della mia solidarietà si faccia un baffo, tuttavia gliela do lo stesso poiché meritava di chiudere la sua carriera, pur discutibile, avvolto nel rispetto di chi per anni ha amministrato la giustizia. Lasciatelo in pace, non è mica un farabutto.