Il tribunale di Milano
Vaccino alla ragazza no-vax, clamorosa sentenza dei giudici: Italia, la decisione che ribalta il quadro
Farà discutere la decisione del Tribunale civile di Milano che ha deciso che il papà di una ragazza di 14 anni contraria al vaccino anti Covid potrà decidere di immunizzarla anche con il parere contrario della madre. In sostanza secondo il giudice posta la "stretta correlazione con la volontà della madre, contraria alla vaccinazione con posizioni aprioristiche che trascurano del tutto gli approdi della scienza internazionale" e sicché la ragazza "si ritiene non abbia avuto una adeguata informazione", la stessa ragazza "non può esprimere un consenso/dissenso veramente informato".
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La storia è raccontata dal Corriere della sera. "Sia papà che mamma - ha spiegato la quattordicenne alla presidente Anna Cattaneo e alle giudici Rosa Muscio e Valentina Maderna - mi hanno chiesto cosa volessi fare, io ho sentito in tv e visto su internet che è un vaccino nuovo, e che, anche se molto bassa, c'è una possibilità di effetti collaterali. Visto che il vaccino è nuovo, io vorrei aspettare ancora un po'. Non sono stata influenzata dalla mamma nella mia decisione. Non vado al ristorante o in luoghi chiusi dove serva il green pass. Pertanto non vorrei vaccinarmi per adesso".
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Ma il Tribunale, nel dirimere il contrasto tra il padre e la madre ha quindi elencato le "evidenze scientifiche a livello nazionale ed internazionale che hanno accertato l'assoluta efficacia e la sicurezza della vaccinazione" non considerate dalla madre, la quale "trascura tra l'altro il monito del Presidente della Repubblica che il 28 luglio ha detto che la vaccinazione è un dovere morale e civico". Non solo. Se è vero che l'audizione del minore è fondamentale in questo caso "non determina l'obbligo del giudice di conformarsi alle indicazioni del minore, potendo la valutazione complessiva del suo superiore interesse condurre a discostarsi da esse". Insomma, secondo i giudici "le decisioni in campo medico sono in alcuni casi troppo delicate e complesse, oltre che di estrema rilevanza, per poter essere valutate da un ragazzino di 14 anni, soprattutto quando, come qui, le informazioni sono state veicolate in modo non chiaro e certamente non completo, oltre che già orientate da una decisione aprioristica assunta dalla madre, con la quale la figlia ha maggiormente vissuto". E ora per la ragazza deciderà il padre.