Caos a Montecitorio

Giustizia, il governo va sotto alla Camera. Italia Viva vota con il centrodestra: "Questo è il segnale"

Nuovo terremoto dentro al governo: alla Camera la maggioranza si spacca su giustizia e intercettazioni. Italia Viva vota insieme al centrodestra su due ordini del giorno di Fratelli d'Italia al decreto Proroghe, a favore, mentre M5s, Pd e Leu votano contro e finiscono in minoranza. Il centrodestra applaude, il centrosinistra attacca e sospetta: dopo quanto accaduto sul ddl Zan, IV sembra fare ancora le prove generali per il "colpo grosso", vale a dire la votazione per eleggere il nuovo presidente della Repubblica. Il segnale è chiaro: il pallino non è più in mano ai giallorossi, nemmeno per il Quirinale.

 

 

 

 

 

Tecnicamente, i due ordini del giorno (a firma di Carolina Varchi e Ciro Maschio) si riferiscono a una relazione del Copasir sulla documentazione mancante dei Tribunali su noleggio di apparecchiature per le intercettazioni. FdI e il centrodestra chiede al governo di intervenire e "garantire un potenziamento dell'apparato sanzionatorio della Sezione centrale della Corte dei conti, con particolare riferimento ai contratti di noleggio dei sistemi di intercettazione".

 

 

 

 

 

 

"Esprimo soddisfazione per l'approvazione dell'ordine del giorno, a mia prima firma, che impegna il governo a garantire un potenziamento dell'apparato sanzionatorio della Sezione centrale della Corte dei conti, con particolare riferimento ai contratti di noleggio dei sistemi di intercettazione - ha commentato Maschio, deputato meloniano -. È di pochi giorni fa una relazione del Copasir che segnalava al Parlamento l'incompletezza delle informazioni rese da talune Amministrazioni ed Enti che denotano un quadro contrassegnato da lacune e carenze. E questo mio ordine del giorno voleva recepire proprio queste carenze. Ci auguriamo che ora il governo ora passi dalle parole ai fatti".

 

 

 

 

 

 

Su un secondo Ordine del giorno, presentato da Zucconi di FdI, il goveno si è salvato solo grazie all'astensione di Lega e Forza Italia, mentre Italia Viva vota ancora con la Meloni. Per evitare nuovi rovinosi scivoloni, visto quanto accaduto in commissione, l'esecutivo è stato costretto a porre la questione di fiducia sull'intero provvedimento nonostante il numero limitato di emendamenti presentati. Non un buon segnale di salute politica.