Che botta
Non è l'arena, Luigi De Magistris travolto da Corona: "Mimmo Lucano? Ma lei come si può permettere?"
Giustizia e politica, una commistione pericolosa. A Non è l'arena si parla di Mimmo Lucano, il sindaco di Riace diventato famoso nel mondo per il suo "sistema" di accoglienza dei migranti e condannato a 13 anni di carcere, una pena clamorosa, proprio a causa di una serie di forzature su quel "sistema" al fine, come sostengono accusa e giudici, di garantirsi una rendita elettorale e un sostegno alle urne.
In collegamento con Massimo Giletti a La7 c'è Luigi De Magistris, ex sindaco di Napoli candidatosi governatore della Calabria e sostenuto proprio dalla lista di Lucano, "azzoppato" a pochissimi giorni dalle elezioni. Fabrizio Corona, in studio, contesta con durezza la difesa di De Magistris: "Lei è stato magistrato, no?", chiede provocatoriamente l'ex re dei paparazzi, suscitando il nervosismo di Giletti: "Ma che domanda è?". Corona va avanti: "Lucano, se lei ha letto la sentenza che sta su tutti i giornali, non è stato condannato per reati legati all'immigrazione, ma per truffa e peculato. Ora io le faccio una domanda: se io faccio l'imprenditore e vado in un conto corrente di una società non autorizzata a ricevere finanziamenti, prelevo 800mila euro e non do alcuna motivazione, è un reato a prescindere dal fatto che sia Lucano oppure no".
Quindi torna sulla propria vicenda: "Quando io ero condannato a 15 anni e tutti dicevano 'che vergogna, Kabobo se ne è presi solo 9', mi dava fastidio perché è pura retorica, perché sappiamo che era un insieme di condanne. Ma io mi chiedo: ma uno come lei che fa il magistrato come si può permettere a commentare una sentenza di fronte alla realtà oggettiva in nome della sua ideologia politica perché rappresenta un uomo che tutelava gli immigrati?".
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"Non rispondo a Corona sul fatto che io abbia fatto il magistrato su basi ideologiche, perché rispetto la condizione di fragilità psicologica di Corona". "Ma lei ha delle responsabilità davanti ai cittadini - ribatte Corona -, non può attaccare i magistrati, non può vendere ciò che è sbagliato per le sue idee politiche né dire bugie di fronte alle sentenze".
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