Condannato

Mimmo Lucano rovinato dai cattivi maestri: da Saviano alla Boldrini, mitizzazione deleteria

Gianluca Veneziani

"Il fuorilegge. La lunga battaglia di un uomo solo": così si intitola il libro con cui Mimmo Lucano ha raccontato la propria vicenda politica e giudiziaria. Ma è un titolo fuorviante perché no, Lucano non è mai stato un uomo solo, un don Chisciotte che combatteva cavallerescamente e in fiera solitudine contro muri, confini e mulini a vento. Ma ha avuto sempre un coro plaudente a sostenerlo, una conventicola di intellettuali e politici ad elogiare lui e il suo "modello Riace", grandi riviste a consacrarlo, salotti tv a ospitarlo, fiction a esaltarlo e giornaloni a farne un'icona sospesa tra il premio Nobel e la santità. Da un lato il fenomeno Lucano, benedetto dalla rivista "Fortune" che lo inserì tra le cinquanta personalità più influenti del pianeta, ha attirato i corifei della sinistra, esortandoli a portare il suo santino nel proprio pantheon. Ma, dall'altro lato, sono stati proprio quei cantori a creare il Mito Mimmo e a conferirgli quel senso di onnipotenza o quella convinzione di impunità che devono averlo indotto (secondo i giudici che in primo grado lo hanno condannato a 13 anni e due mesi) a violare le leggi in nome del Bene. Un Bene di cui lui si sentiva depositario.

 

 

VIOLARE LE LEGGI
E allora non è ozioso indagare chi siano quei Cattivi Maestri, da cui è stato legittimato e promosso il discepolo Mimmo. Ti viene in mente quel Roberto Saviano che nell'ottobre 2018, all'indomani degli arresti domiciliari assegnati all'allora sindaco di Riace, pontificava: «La verità è che nelle azioni di Lucano non c'è mai finalità di lucro, ma disobbedienza civile: questa è l'unica arma che abbiamo per difendere non solo i diritti degli immigrati, ma i diritti di tutti». Come dire, è lecito violare le leggi sulla base di un criterio di natura etica. Lucano come nuova Antigone che sfida le norme ingiuste dello Stato. Questo principio aveva indotto anche Laura Boldrini a santificare l'ex primo cittadino di Riace quale portatore sano di utopie. «Lucano è un sindaco visionario che tutta la vita ha voluto realizzare un ideale di convivenza civile. Il suo è un esperimento ben riuscito. E lui è riuscito a farlo grazie a persone che venivano da lontano». Mimmo, pioniere e profeta in grado di guardare oltre noi comuni mortali: era la tesi anche di Michela Murgia, secondo la quale «la sola colpa di Lucano è stata quella di rifiutarsi di considerare l'immigrazione solo come un problema. Ha cercato altre strade e le ha trovate, dimostrando che esistono». Perciò visionario Mimmo il Giusto era autorizzato perfino a ignorare i meccanismi della Giustizia. Lo sosteneva Luigi De Magistris, commentando la richiesta di condanna a Lucano da parte dei pm: «Sono senza parole, non si arresta l'umanità di un uomo giusto». Un modello esemplare, se è vero che anche Beppe Sala avvertiva: «Nella tua posizione avrei fatto lo stesso».

 

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UNICO AL MONDO
Essendo lui il Santo, o forse il Messia, chiunque gli andava contro ne era il persecutore. Gad Lerner tuonava: «Il mandato di arresto per il sindaco di Riace è uno schiaffo in faccia a chi pratica il dovere dell'accoglienza e conferma la pulsione fascistoide di cui sta cadendo preda il Paese». E Nicola Zingaretti, allora segretario del Pd, nel dicembre 2018 proponeva per lui il premio Nobel per la Pace, giudicando quell'esperimento «il miglior esempio in Italia e forse in Europa di come le parole dignità e integrazione possono essere qualcosa che cambia la vita sia di chi arriva che di chi vive in questi territori». E aggiungeva: «Il premio Nobel sarebbe il giusto modo di aiutare a comprendere quanto si è determinata un'ingiustizia con la rimozione di quel modello di accoglienza». Mimmo, insomma, come il Grande Perseguitato. Ne era convinto l'attore Beppe Fiorello che avrebbe dovuto interpretare Lucano in una fiction Rai, "Tutto il mondo è paese", cancellata dopo l'avviso di garanzia all'ex sindaco. A suo giudizio «Mimmo ha detto al mondo che la Calabria può essere libera e che lo sguardo verso un mondo libero dall'odio è possibile. Mimmo è scomodo e per questo deve pagare». Ma alla fine sarà fatta Giustizia e i Buoni, quelli veri, saranno premiati. Come predica don Fabio Fazio, che lo ha ospitato due volte a "Che tempo che fa": «Mimmo tieni duro. Per quanto a volte sia difficile da credere, alla fine i buoni vincono». Amen. È il buonismo dei Cattivi Maestri che prima ha contribuito alla beatificazione di Mimmo e ora ne chiede l'assoluzione. Amare Lucano. Cosa vuoi di più dalla vita?