Nemici
Giustizia, il Fatto quotidiano: "Da salvaladri a salvamafia". Marco Travaglio contro Draghi e Cartabia, l'insulto-record in prima pagina
"I Migliori peggio di B. Fiducia sul salvamafia", è il titolo di prima pagina del Fatto quotidiano, dove i "migliori", sono Mario Draghi e Marta Carabia e B. è il solito "Silvio Berlusconi", il nemico ex numero 1 di Marco Travaglio. E ancora, scrive il direttore: "Il premier finge di aprire a miglioramenti tecnici che cambierebbero poco. Il Csm: 'Obbligatorietà violata e appelli in fumo'". Infine l'intervista all'ex pm Vittorio Teresi che tuona: "Si aboliscono anche i processi di mafia. L'Ue chiede tutt'altro".
Insomma, il Fatto quotidiano travolge a valanga il governo Draghi (in nome ovviamente del suo amatissimo Giuseppe Conte) definendo la riforma della giustizia della Cartabia peggio di una "Salvaladri". Ora è una "Salvamafia". Insomma, secondo Travaglio, il duo Draghi-Cartabia è riuscito a fare peggio di Silvio Berlusconi.
Nelle pagine a seguire, i titoli e gli articoli sono dello stesso tono. "Salvaladri, accordo lontano. Draghi ricatta con la fiducia". Quindi fa riferimento al duello con Conte e alle telefonate del leader in pectore del Movimento 5 stelle "per modificare la controriforma ma il premier fa la faccia feroce e respinge tutto". Nell'articolo si parla di "un misurarsi tra due uomini, Giuseppe Conte e Mario Draghi, e tra due diverse visioni delle cose, del potere. Da una parte il capo prossimo venturo del M5S, che chiede di far slittare al 2024 l'entrata in vigore della controriforma Cartabia, e nel contempo prova a sminarla: con l'aumento dei termini per completare i processi in Appello e Cassazione, e soprattutto sottraendo alle nuove norme i procedimenti per mafia, tutti".
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Ma sull'altro fronte, si legge ancora, "c'è Draghi, il presidente del Consiglio, che va di fretta. Aperto, anzi "molto aperto a miglioramenti tecnici, ma non a stravolgimenti" della riforma, come ripeterà allo sfinimento in conferenza stampa. Per questo dopo una giornata di telefonate incrociate respinge le richieste di Conte come troppo esose. E fa la faccia cattiva, calando sul tavolo il voto di fiducia sul testo di partenza, su quegli emendamenti indigeribili per Conte e il M5S".