Frontiere

Moda e arte, matrimonio d'amore: tutti pazzi per l'art licensing

L'arte ispira sempre di più collezioni fashion che si arricchiscono di contenuti e diventano anche un po' divulgative di elementi culturali. Negli anni numerose sono state le case di moda che hanno preso dei movimenti artistici o dei periodi storici come fonte ispirazione; altri hanno utilizzato famose opere d’arte come immagini per le stampe dei capi di abbigliamento.

Spesso però, dietro a queste operazioni, ci sono degli specialisti che curano e gestiscono questi progetti e che valutano molto attentamente le collaborazioni tra le diverse realtà.  Per capire meglio questo mondo, ne abbiamo parlato con IBC di Lugano e con Elisabetta Treggiari che sta seguendo progetti che vedono protagonisti grandissimi nomi dell'abbigliamento moda e fast fashion globali come Shein, Jack&Jones e Chevignon, per dirne alcuni.

Ma quali sono i Paesi più interessati, oggi, a queste operazioni? Al momento i nostri progetti si sviluppano con più successo nell’area del Far East.
Dall’arte antica alla pop art, l’obiettivo per le aziende è proporre collezioni con un tema che sia immediatamente riconoscibile e che fidelizzi; opera dopo opera le collezioni si rinnovano continuamente, cambiando l’autore o l’opera alla quale ispirarsi, e i loro clienti aspettano l’uscita della novità e del nuovo tema. Per il museo o per l’artista queste operazioni significano far conoscere le proprie opere nel modo più bello, facendole vivere su capi che a loro volta vivono insieme alle persone nell’arco della loro giornata.

 

 

E in Europa com’è la situazione? 
L’attenzione all’arte è iniziata già diversi anni fa con una capsule di borse Louis Vuitton, poi il tema arte si è allargato a macchia d’olio nel mondo e su diversi livelli, fino ad arrivare alla collaborazione tra il Louvre e Uniqlo. In Europa abbiamo avuto un proliferare di proposte ispirate alle opere di Van Gogh e Monet, che hanno portato ad una certa sovraesposizione del tema.

Ma perché le aziende decidono di acquisire licenze per riprodurre quadri che possono essere riprodotti senza licenza perché magari sono immagini di pubblico dominio?
L'art licensing non è solo usare un quadro per realizzare una stampa. Art licensing significa collaborare con il museo o con l’artista, avere l'assistenza di specialisti per selezionare le immagini adatte e raccontare le storie che stanno dietro alla nascita e al valore dell’opera, presentare la collezione alla stampa e ai clienti all’interno del museo o della galleria. E qui parliamo di location straordinarie: dal modernissimo Whitney di New York disegnato da Renzo Piano, allo storico Palazzo della Pinacoteca Ambrosiana che è il primo museo di Milano fondato nel 1607. È questo il valore aggiunto; in più si beneficia dell’indotto della notorietà e della comunicazione del museo, nonché delle vendite nei bookshop e negli online store che raggiungono migliaia di appassionati in tutto il mondo. Pensiamo al Getty di Los Angeles, per esempio, che ha più di 2 milioni di visitatori all'anno, più di un milione di iscritti alle sue newsletter e di appassionati che acquistano online da tutto il mondo: la vetrina per un’azienda diventa vastissima.

 

 

Cosa comprano i clienti mediamente? 
All’interno del museo, nel bookshop, acquistano di impulso sia oggetti di merchandising sia articoli di grande pregio e poi tornano a comperare online per le ricorrenze come compleanni e Natale; in quel caso comperano quello che hanno visto nel negozio o le novità che vengono proposte: quindi abbigliamento, sciarpe, ombrelli, borse, profumi e cose anche molto preziose come la penna in oro rosa del Getty, un articolo per collezionisti.

La fascia di prezzo? Il range è ampissimo e va dalla bigiotteria ai gioielli in oro e brillanti, dalle sciarpe in poliestere alle maxi-sciarpe in cashmere, dalle pochette alle borse in pelle. Ognuno può trovare la fascia di prezzo che fa per lui e avere finalmente un capo o un accessorio che parla della bellezza dell’arte.