Cinema

Aldo Iuliano verso gli Oscar con "Dive"

Annamaria Piacentini

Aldo Iuliano è il giovane regista italiano in campagna verso gli Oscar con “DIVE”, un cortometraggio che parla di amore e guerra.

Il regista Aldo Iuliano lo intervistiamo in esclusiva da Los Angeles. Ha un grande talento unito alla forza delle idee che privilegiano il cinema non solo come fatto estetico, ma anche comunicativo sul piano umano. È iniziata la campagna verso gli Oscar e “Dive” è in corsa. Il cortometraggio di Iuliano diventa un inno alla pace e una profonda riflessione sull’amore e l’innocenza in tempo di Guerra. Già applaudito da critica e pubblico alla Mostra cinematografica di Venezia nella Sezione Orizzonti, vede come protagonisti due attori ucraini, Veronika Lukianenko e Danyil Kamensky. La campagna Oscar è condotta dalla publicist Catherine Lyn-Scott, che, nella sua carriera, ha già portato in nomination agli Oscar dieci cortometraggi risultando sei volte vincitrice. Ne parliamo con il regista.

 

“Dive”, significa tuffo: come nasce questo titolo?

Mio padre quando mi aiutava a fare i compiti a casa mi ripeteva sempre che “la traccia del tema è mezzo tema”: l’ho sempre trovata una piccola grande verità. Quando devo decidere il titolo di ogni mio film ci penso sempre e punto al fatto che tutto deve essere racchiuso nel titolo, in maniera più o meno evidente. Le emozioni nascoste che voglio veicolare, ciò che mostro nelle immagini riprese, letture e sotto letture. “Dive”, di comune accordo con mio fratello sceneggiatore Severino, è stata la scelta più giusta perché’ era una parola di poche lettere, breve come la durata del corto, e per noi rispecchiava la semplicità del tempo condiviso insieme dai due adolescenti protagonisti. È una loro giornata al mare, vogliono tuffarsi per dimenticare ogni problema. È un tuffo nella loro interiorità, e allo stesso tempo un tuffo a mare libero, coraggioso.

La storia che racconta è molto interessante, quasi una riflessione sull'amore. Quanto un sentimento così forte potrebbe cambiare il corso della vita?

Se il tuo tempo lo trascorri in armonia con la Natura e le persone intorno a te, l’amore non è solo un sentimento condiviso ma da letteralmente forma alle tue giornate. Oggi il mondo invece si sta abituando all’orrore, alla guerra. Con Dive volevo mostrare la bellezza dell’adolescenza, che spesso nella sua essenza ci ricorda il lato migliore di noi stessi in quanto esseri umani. Roman e Julia, ci dimostrano con il loro coraggio e il loro desiderio di continuare a vivere quella spiaggia quanto sia necessario opporsi all’orrore che minaccia di impossessarsi del loro tempo. L’altro lato dell’essere umano, quello più negativo, volevo rimanesse il più possibile fuori dalle inquadrature di questo cortometraggio, perché oggi dovremmo parlare più di vita che di morte.

Roman e Julia scelgono di passare una giornata vicino al mare. E dimenticare la guerra che incombe sul loro Paese. È importante questo sentimento: ma l'amore può vincere su tutto?

 Sicuramente è necessario che vinca dentro noi stessi. Nel mondo esistono più di 50 conflitti armati, ed è paradossale come in quest’epoca contemporanea ci ritroviamo ad un passo dal portare la vita su altri pianeti e allo stesso tempo ad autodistruggerci.

La spiaggia, i loro sorrisi, il sole e il mare in tempesta, come i loro cuori. Lo considera un inno alla libertà, alla voglia di vivere?

Quel ballo, quella canzone che libera la mente, quelle onde e quella sabbia che allontanano dai brutti pensieri: chissà da dove arrivano Roman e Julia, chissà dove andranno. Sicuramente vogliono stare insieme, ed è questo che ho tentato di fotografare. Sarebbe un sogno se tutte le emozioni provate in questi 12 minuti portassero ad una riflessione sulla pace. Di questo abbiamo bisogno oggi.

Il suo Inno alla Pace potrebbe arrivare agli Oscar. Quando deciderà l'Academy?

So che da regolamento ci sarà l’annuncio della short list per i cortometraggi il 17 Dicembre, nel frattempo sono molto contento perché’ questa campagna Oscar mi sta portando a incontrare pubblici così diversi in giro per il mondo. Ora sono a Los Angeles, poi ho uno screening a Londra e a Dicembre in Italia. Torno con tante e profonde riflessioni sui temi che Dive solleva.

Era un giovane regista anche Guadagnino quando ha scelto di lavorare in America. Farebbe lo stesso percorso?

Amo l’Italia, abbiamo incredibili location ed atmosfere così cinematografiche nelle nostre tradizioni. Adoro vivere e girare qui ma mi piacerebbe moltissimo fare esperienze nuove anche all’estero. Guadagnino è uno dei migliori registi italiani che lavora in America, mi piace tantissimo ed è un sogno poter immaginare una carriera internazionale che anche solo lontanamente possa avvicinarsi alla sua. Ma il bello del cinema è che non c’è un percorso prestabilito, né per le storie che raccontiamo né per noi stessi, che nel frattempo, a volte senza accorgercene, cresciamo insieme alle storie che inseguiamo. Il punto per me non è girare o lavorare in Italia o all’estero ma non tradire mai i film che immagino.

Cosa le piace di Los Angeles?

Gli spazi, la natura e l’architettura totalmente differente rispetto all’Italia. La modernità della popolazione, le sue ventate estetiche retrò il cinema che avvolge tutto, la possibilità di ritrovarti a chiacchierare in qualsiasi momento con colleghi che arrivano da percorsi professionali e umani così diversi da quelli in cui sono cresciuto io in Italia.

 

Quali sono i registi che ha seguito di più?

Stanley Kubrick, Federico Fellini, Steven Spielberg, Vittorio De Sica, Martin Scorsese, David Lynch, Alfred Hitchcock, Darren Aronofsky, Bong Joon-hoo, Gaspar Noè… ne potrei elencare tanti. Allo stesso modo mi piace guardare film fatti male, che raccontano storie altrettanto affascinanti nel loro essere totalmente sconclusionate. E spesso mi incuriosisco nel cercare autori di cui ho sentito parlare nei festival. È importante guardare ogni tipo di film, perché’ ad ogni visione trovi uno spunto di riflessione per il tuo lavoro.

Cosa sogna un regista come Aldo Iuliano?

Di fare tanti film e mantenere uno sguardo curioso sul mondo che mi circonda e sul mio mondo interiore.

Prima di chiudere vorrei sapere se ha già pensato ad un nuovo progetto...

Il mio prossimo film sarà un dramedy a cui lavoro da anni e non vedo l’ora di girare: il titolo è “Universe is a country”/ “L’Universo è paese”. Una storia di famiglia ambientata in Calabria che con un pizzico di fantascienza ci racconterà come l’amore può curare tutte le ferite nell’Universo…