Alessandro Gassman feroce criminale nel film "A mani nude"

Annamaria Piacentini

Che Alessandro Gassmann fose un attore che sempre più somiglia al padre Vittorio, ce ne siamo accorti da tempo. Stesso sguardo profondo, stesso tono di voce, psique du role, e quella passione forte che si chiama cinema.”. Sempre in cerca di nuove sfide, torna a stupirci nel film di Mauro Mancini “A mani nude”, tratto dal romanzo di Paola Barbato, presentato nella sezione Grand Public, dove si misura con la violenza , nei panni di un feroce criminale. “Alla mia età cerco personaggi più interessanti”, confessa l'attore-”voglio esplorare dove non sono mai andato finora”. Il suo ruolo è quello di un uomo violento e privo di sentimenti: si chiama  Minuto.

 

Gassman, chi è Minuto?

 

“Un uomo che costringe  i ragazzi a competere in combattimenti clandestini. E la violenza genera altra violenza”.

 

Infatti, viviamo in un mondo di crescente violenza. E' giusto raccontarla?

 

“Il male va raccontato ed è l'unico modo per sconfiggerlo. Ma il film tratta anche i sentimenti di colpa, perchè la speranza non deve mai morire”.

 

Tra questi ragazzi che combattono c'è  David  (Francesco Ghedi) , che la colpisce al cuore: perchè?

 

E' diverso dagli altri, dopo un duro tirocinio cerca di vincere...vuole farcela. Forse Minuto prova pietà per lui. I combattimenti clandestini sono terribili, i ragazzi sono rapiti e obbligati a  battersi fino alla morte”.

 

Cosa accade in seguito?

 

“Si crea un momento di riflessione, e una piccola crepa dove spunta un germoglio, non dico di pacificazione, ma di comprensione reciproca. Abbiamo intorno a noi guerre e molti non ascoltano. Guardo al futuro e penso a mio figlio, a Francesco...”