L'intervista
Lo psicologo Guerreschi: le pause imposte al gioco legale alimentano la dipendenza
Perché ritiene che le restrizioni contro il gioco legale, in particolare degli apparecchi nei bar e nelle sale, possano essere più nocive che benefiche per i giocatori e la società?
Le restrizioni possono sembrare una misura valida per proteggere i consumatori, ma in realtà possono avere effetti controproducenti. In primo luogo, limitare l'accesso fisico agli apparecchi di gioco non elimina il desiderio di giocare. Anzi, potrebbe spingere alcuni individui a cercare alternative, aumentando il gioco online, che è molto più accessibile e spesso privo di quelle stesse restrizioni. La perdita di controllo sul comportamento di gioco non avviene solo nel tempo di gioco, ma anche nell’accesso ad esso, creando, di fatto, un contesto in cui la dipendenza può compromettere ulteriormente il benessere individuale e sociale-famigliare della persona.
Quali effetti psicologici può avere l’interruzione oraria delle attività di gioco legale, prevista da molti regolamenti comunali, su chi è già vulnerabile o a rischio di dipendenza?
L'interruzione oraria può avere impatti significativi sui giocatori vulnerabili. Per chi già fatica a gestire il proprio comportamento, sapere che ci sono orari limitati può intensificare l’ansia e il desiderio di giocare quando è permesso. Alcuni individui possono sentirsi costretti a "sfruttare" al massimo il tempo disponibile, portandoli a giocare in modo compulsivo. Questo senso di urgenza non fa altro che aggravare ulteriormente la dipendenza, in quanto non permette la moderazione né una reale resistenza al gioco d’azzardo.
A fronte di una offerta continua e non moderata come quella del gioco online, in che modo le restrizioni potrebbero generare comportamenti di gioco patologico, soprattutto tra i più giovani?
Le restrizioni nei luoghi fisici possono spingere i giovani, in particolare, verso il gioco online. Questa modalità offre un’ampia disponibilità e la possibilità di giocare in qualsiasi momento e con grande facilità, in quanto l’accesso al gioco d’azzardo online è ancora più semplice ed immediato rispetto a quello in presenza. Per un giovane anche minorenne è estremamente facile creare il proprio conto gioco, aggirando la legge. I giovani sono particolarmente vulnerabili allo sviluppo di comportamenti compulsivi, e il gioco online, che spesso minimizza l’idea di rischio e perdita, può alimentare questo meccanismo. La facilità di accesso e l'anonimato possono incoraggiare comportamenti rischiosi, trasformando il gioco in un'attività compulsiva piuttosto che casuale.
Quali strategie potrebbero essere più efficaci per prevenire il gioco patologico senza ricorrere a restrizioni eccessive solo nei punti vendita, come accade oggi?
Le strategie preventive dovrebbero concentrarsi sull'educazione e sulla consapevolezza, soprattutto dei più giovani. Progetti informativi nelle scuole, campagne di sensibilizzazione sui rischi del gioco alla cittadinanza tutta e programmi di supporto e aiuto adeguati ed efficaci per chi potrebbe già essere in difficoltà sono essenziali. La divulgazione sui rischi del gioco d’azzardo e sulla possibilità di sviluppare una dipendenza è necessaria e andrebbe incrementata. Ancora oggi, si parla erroneamente di “ludopatia” e si crede ancora che sia un vizio e questi luoghi comuni risultano essere nocivi e fuorvianti. Anche i provider di giochi dovrebbero attuare pratiche responsabili, come il monitoraggio dei tempi di gioco e garantire una maggiore offerta di strumenti di autocontrollo. Creare un ambiente in cui le persone possono esplorare il gioco in modo sicuro e responsabile è fondamentale, piuttosto che imporre limiti che possono risultare controproducenti.
Secondo la sua esperienza clinica, quali sono i rischi per la salute mentale che derivano dal proibizionismo nel settore del gioco, e quali alternative proporrebbe?
Il proibizionismo può portare a una serie di conseguenze negative per la salute mentale, tra cui stress, ansia e aumento della stigmatizzazione per chi ha problemi di gioco. Queste condizioni possono spingere gli individui ad agire in modi distruttivi, aumentando i comportamenti clandestini e riducendo le opzioni di supporto accessibili. Il proibizionismo permette il fiorire del gioco d’azzardo clandestino, come le bische ma anche il giro dell’usura; quindi, non rappresenta una misura efficace al controllo del gioco d’azzardo problematico, ma anzi va a creare un ulteriore fattore di rischio. Proporrei un approccio che incoraggi la responsabilità sociale nel settore, l'accesso a programmi di prevenzione e la creazione di spazi sicuri per coloro che desiderano riflettere sul proprio comportamento di gioco. La chiave è promuovere un dialogo aperto e onesto che possa realmente aiutare le persone, piuttosto che spingerle nel silenzio.