Intervista

Intervista a Giordana Angi: “She’s so Great è la sintesi di quello che voglio dare di me stessa”. Su Amici23: “Sarah mi ha colpita tantissimo!”

Lorenzo Pugnaloni

Cantautrice italo-francese, nasce nel 1994 a Vannes (Bretagna) e cresce tra l’Italia e la Francia. A 12 anni inizia a studiare chitarra, canto jazz e pianoforte, mentre durante gli anni del liceo classico si accinge a scrivere i suoi primi testi. Nel 2018 il suo singolo “Senza Appartenere” viene portato a Sanremo da Nina Zilli e, nell’ottobre dello stesso anno, entra a far parte della scuola di “Amici”, dove arriva al Serale classificandosi seconda e vincendo il Premio della Critica; la sua voce, la sua passione e il modo di interpretare la musica la rendono autentica, verace e apprezzata dal grande pubblico. Lo scorso 24 maggio è uscito il suo primo album internazionale “She’s so Great” e dal 27 maggio è tornata sui palchi di tutta Europa per l’opening act delle 21 date del tour di Sting.

Parliamo del suo primo album internazionale ‘She’s so Great’, da dove nasce l’ispirazione?

«Ci tengo a dire che questo progetto in inglese nasce perché due o tre anni fa mi chiamò un produttore americano di un’etichetta molto importante; rimango colpita, non me l’aspettavo, così parte il progetto. Mi sono messa a lavorare a capofitto con lui cantando in inglese e parlarne oggi per me è importante, poiché desidero far capire il tipo di lavoro che c’è dietro questo disco. Abbiamo scritto i testi insieme, visto che con l’inglese non ero ancora pronta, ho cercato di tirar fuori me stessa sia nelle parti più intime che in quelle più riflessive e profonde; ad esempio, si parla di come l’amore riesca ad aiutarti quando sei in preda a delle emozioni negative. Altri brani sono più divertenti, è una sintesi di quello che voglio dare di me in questo momento».

C’è una tematica principale che fa da sfondo al suo progetto discografico?

«Credo di no, c’è tanto di me, soprattutto musicalmente: c’è melodia, la ricerca dei suoni, il mio modo di vedere la musica in maniera del tutto naturale».

Di solito, il vissuto personale e la storia dell’artista si riflettono nelle rispettive opere che vengono prodotte, c’è un brano specifico in cui più di tutti gli altri è evidente questo aspetto?

«No, oggi è molto difficile sperare che qualcuno dedichi trenta minuti ad un album, siamo soliti correre e andare a destra e a sinistra dalla mattina alla sera; quindi, mi rendo conto che è complicato. È un insieme, non riesco a staccare un brano dall’altro; proprio per questo non si è trattato di un singolo, anche se il nome dell’album è omonimo a quello del primo testo della tracklist».

Dal 27 maggio è tornata sul palco a suonare dal vivo, davanti a lei ci sono oltre 20 date in 12 paesi d’Europa. Che emozioni prova di fronte al pubblico che segue la sua musica ormai da diversi anni?

«Sono tutte persone che vengono lì per Sting, io mi ritrovo ad aprire il suo concerto e per me è un grande onore, una grande responsabilità. Ho passato un mese, prima di partire, dentro casa e i miei amici lo sanno, mi prendevano in giro; non sarei mai scesa e sarei rimasta lì a capire quale era l’accordo migliore da mettere, nonostante l’avessi provato un sacco di volte… questo per farle capire il mio grado di ansia. Durante le prove non riuscivo a suonare, le gambe erano diventate bastoni e l’unica cosa che funzionava era la voce. Poi, per fortuna, una sera, Sting mi ha presentato prima che salissi personalmente sul palco per aprire il concerto, un gesto che ho apprezzato tantissimo; affidarmi il suo pubblico è segno di grande fiducia nei miei confronti e lo rispetto molto, mi sono sentita lusingata. La prima data è andata bene, la tensione è sempre alle stelle perché vuoi dare il meglio di te stessa per le persone che sono venute lì, che hanno speso dei soldi, che magari hanno chiamato la babysitter per il proprio figlio… nel mio caso so che non sono lì per me e, a maggior ragione, devo in qualche modo giustificare la mia presenza con uno spettacolo che ne sia all’altezza, questo non è sempre facile».

Oggi molti cantanti emergenti sognano di dar voce alle proprie emozioni e al proprio mondo interiore. Quali sono gli ingredienti fondamentali per farsi conoscere e non smettere mai di credere in sé stessi?

«Penso che ogni persona sia unica, dare un consiglio per tutti sarebbe un po' da folli. Bisognerebbe, piuttosto, guardarsi dentro e capire cosa si vuole. Io so cosa voglio e questa è la cosa fondamentale, lo è stata per tutti i miei dischi e lo sarà per sempre; ho iniziato a scrivere e cantare perché amo follemente la musica, la letteratura, la poesia e amo chi raccoglie ciò che ha dentro in questo modo. Cerco sempre di far fede alla passione; so che non è facile non guardare ai numeri, al mercato… ovvio, anch’io vedo i risultati e li analizzo ma cerco, comunque, di far sempre quello che mi sento. Se poi la musica diventa solo uno strumento economico, a me mancherebbe proprio il motivo… come stare qui con lei e parlarle della mia canzone, mi sentirei a disagio. È fondamentale la passione, amare quello che si fa; quello che viene dopo è una conseguenza e per me è sempre un privilegio fare musica: questa è la mia prima regola. Dunque, il mio consiglio resta quello di capire perché lo si fa, poi in base a quello ci si sistema ed evolve».

Nel 2018 ha partecipato ad ‘Amici’ di Maria De Filippi e da lì è stato sempre un crescendo a livello professionale, ha seguito l’edizione di quest’anno? Che pensa della vittoria di Sarah Toscano?

«Purtroppo, non ho seguito molto l’edizione essendo stata all’estero; ho visto, però, la finale e qualche puntata del pomeridiano. Sarah mi piace tantissimo, mi è rimasto impresso il fatto che voi giornalisti, durante la finale, abbiate ribadito che era cresciuta tanto; durante il pomeridiano, in realtà, quando l’ho sentita cantare, a me ha subito colpito… sia per il timbro di voce che per l’intensità, per non parlare della freschezza che ha!».

Nonostante sia nel vivo di un progetto così importante, c’è qualcos’altro in porto in prospettiva futura?

«Sicuramente questo è un momento molto pieno, faccio faticare a pensare, ora come ora, a settembre. Resta il fatto che dovrò capire se lavorare più in America o in Europa, dovrò un po' tirare le somme di tutto. Indubbiamente, la cosa che mi manca tantissimo è scrivere in italiano… o meglio, continuo sempre a scrivere ma mi piacerebbe riprendere a pubblicare qualcosa in italiano. Il tempo passa, le canzoni che già ho scritto e tengo nel cassetto, magari tra qualche mese mi sembreranno già ‘passate’; dunque, mi piacerebbe pubblicarne almeno un paio. Questo è quello che ho nella testa ora, resta il fatto che sono molto concentrata in questo tour!».