Intervista
Dal 12 al 17 marzo si accendono i riflettori su “Cortinametraggio”, il cinema delle Dolomiti.
Intelligente, colta, affascinante, una donna d'acciaio che non si piega, né si spezza. L'occhio acuto e l'attenzione ai dettagli hanno reso Maddalena Mayneri, nata a Trieste sotto il segno del Genio, un personaggio unico. Dopo molte battaglie è stata in grado di creare, 19 anni fa “Cortinametraggio” definito, anche dalle penne al vetriolo: “una gemma d'autore”. È stata una bella sfida, confessa la Mayneri - sapevo sin dall'inizio che dovevo fare al meglio per ottenere il consenso di critica e pubblico”. Infatti, il progetto è entusiasmante: funziona. I corti piacciono, e tra i giovani in gara c'è la voglia di aggiudicarsi l'ambito premio del festival delle Dolomiti, puntando a storie forti che si intrecciano, si sfiorano e vivono, offrendo un primo sguardo al cinema che... sarà. In futuro lo ricorderanno questi giovani in competizione, perché diventerà la loro migliore esperienza, quel trampolino di lancio che molti professionisti del settore, non avevano mai hanno pensato. Ci voleva una Donna, in grado di fare la differenza.
Signora Mayneri, ogni anno un nuovo successo. E ogni anno è in prima linea con un progetto che non ha rivali. Che effetto le fa?
“E' sempre una grande emozione riuscire a realizzare Cortinametraggio, un appuntamento che è arrivato alla diciannovesima edizione. Qui sono nati tanti registi, come Paolo Genovese che proprio al mio festival presentò il suo cortometraggio Piccole cose di valore non quantificabile. Venne anche Lina Wertmuller che in seguito ha preso l'Oscar. Si dice che Cortinametraggio abbia il merito di portare fortuna”.
Paolo Genovese che oggi è uno dei registi più affermati a livello internazionale non ha dimenticato questo appuntamento e sarà presente a Cortina.
“Sì, chi viene una volta poi ritorna. Ad ogni edizione c'è un grande lavoro per realizzare questo appuntamento, ma tutto si svolge nella certezza che creare qualcosa di importante per aiutare chi crede che il cinema sia necessario”.
Parliamo del programma.
“Ci sono 20 corti in concorso e cinque nella sezione americana che ha portato la giornalista Silvia Bizio. Questa edizione è realizzata in collaborazione, tra gli altri, con la Guardia Costiera, la Polizia di Stato, l'Aeronautica Militare. Siamo pronti ad accendere i riflettori dal 12 marzo al 17”.
Oltre alla giuria che decide chi far vincere o no, so che lei capisce sin dall'inizio chi andrà avanti e chi non potrà farcela a riprendere il ruolo del regista. Come ci riesce?
“E' anche l'esperienza, ho sempre amato il cinema e cerco di centrare l'obbiettivo. Vorrei che vincessero tutti, ma è la giuria che deve decidere. Quando tutto è pronto per lo schermo, entro nelle storie che raccontano i giovani e in che modo lo fanno. È bello leggere nello sguardo dei ragazzi, le lacrime di gioia quando si aggiudicano la vittoria. E se non ce la fanno, è ugualmente importante sapere che andranno avanti perché credono in se stessi e noi”.
A Cortina saranno presenti molti personaggi importanti. Chi sarà la madrina?
“L'attrice Eleonora De Luca (tra i suoi film Le sorelle Macaluso di Emma Dante). In giuria,per Il corto assoluto, tra gli altri: l'attrice Valeria Fabrizi, il regista Giulio Base, l'attrice e conduttrice Rocio Munoz Morales. Il direttore artistico è Niccolò Gentili., la conduzione delle serate è affidata a Roberto Ciufoli”.
L' appuntamento che molti altri non sarebbero riusciti a realizzare è quello con le Forze Armate...
“E' il terzo anno che collaboro con la Polizia di Stato. Trattiamo i temi sociali con il sorriso. Abbiamo parlato di solitudine, di handicap e di disabilità nel mondo dello sport. Con l'Aeronautica abbiamo iniziato lo scorso anno, c’è anche la Capitaneria di Porto. Sono bellissime chiacchierate realizzate con cortometraggi. Questa è vita reale”.
Che ha abbracciato anche la sezione americana con cinque corti: ce ne parla?
“Lo scorso anno abbiamo cominciato con l'Afganistan, quest'anno con Silvia Bizio siamo passati all'America. Però rimaniamo un festival italiano a vogliamo aiutare i nostri registi e il cinema made in Italy”.
Essere donna oggi non è facile. Il maschilismo esiste davvero. E una bella donna, come si difende?
“Ho una grande forza e credo in quello che faccio. Da ragazza mi sono laureata e ho sempre portato avanti ciò in cui credevo. Cortinametraggio è il mio festival, non mollo mai”.
Insomma, è il caso di dirlo: Confessi: ha più vizi o più virtù?
“Più vizi! Scherzo, mi creda. Nella vita sono leale e credo nell'amicizia, quella vera che non ti tradisce. In ogni cosa che ho fatto ci ho messo il cuore, e ne sono orgogliosa. Come della mia piccola Trieste, dove vivo. A volte mi sento debole, ma so nasconderlo, non ho una mia famiglia e sono sempre stata sola. La mia famiglia è chi mi vuole bene”.
Cosa detesta?
“La cattiveria, la falsità e la gelosia. Questo capita a molte donne. Ed è per questo che conto solo sui veri amici che amano anche il mio carattere forte e battagliero”.
Se tornasse indietro?
“Forse, se mia madre fosse ancora viva non farei questo lavoro. Sicuramente sarei una libera professionista con i giorni scanditi dalla vita. Invece sono qui. Da anni amo il cinema, ero una ragazzina quando ho cominciato a vedere i film. Ma so bene che questo lavoro, ruota intorno a mille difficoltà. Non è stato facile, ma ci ho creduto con tutte le mie forze. E continuerò a farlo. Cortinametraggio lo hanno definito il festival dei record.... Spero che mia madre ne sia orgogliosa”.