Cinema

"Romeo è Giulietta": il nuovo film di Veronesi, il racconto di una generazione in ansia d'identità

Annamaria Piacentini

E' una commedia romantica quella di Giovanni Veronesi ,e viene lanciata nei cinema dal 14 febbraio, giorno di San Valentino. Chissà cosa ne penserebbe William Shakespeare vedendo sullo schermo questo titolo: Romeo è Giulietta...ma è solo un modo originale per mettere in evidenza che il verbo prevale sulla congiunzione e per un semplice motivo: se un'attrice ( Pilar Fogliati)) dopo il provino non riesce ad avere il ruolo di Giulietta, allora deve tentare di vestire i panni di Romeo: in fondo che male c'è.. Abbiamo voluto la parità, e allora bisogna darsi da fare. Il vero problema è il regista Federico Lando Perrini (Sergio Castellitto) che, a pochi giorni dall'inizio delle prove nonostante centinaia di provini fatti, ha trovato solo Giulietta (Serena De Ferrari), attrice tv e influenzer, ma di Romeo non c'è traccia. Un giorno all'improvviso arriva alle prove un giovane timido, riservato e di grande talento...”.E' lui, finalmente ho trovato Romeo”, dice il regista. Ma sarà vero? Nel cast .anche Alessandro Haber (il produttore), Domenico Diele (Mercunzio), Margherita Buy (la nonna). Incontriamo i protagonisti del film in un'atmosfera fatta di consensi ed applausi.

Veronesi, lei è stato definito il re della commedia romantica e in questo film ci riprova. Quando è nata l'idea?
“Mi piaceva raccontare i giovani che spesso celano il loro percorso dietro una maschera. Come il personaggio di Pilar che è nato proprio nella ricerca della sua identità dopo essere stata denunciata per plagio. Ma lei vuole fare l'attrice e avere quel ruolo.”.

Tornando al titolo del film questa commedia sicuramente sarà girata anche in altri Paesi. Insomma, sarà un remake: è il titolo?
“Non riusciranno mai a fare il titolo all'estero, meglio in italiano, bisogna venderlo così. L'accento è fondamentale”.

Ed esce anche il giorno di San Valentino...
“Chi lo avrebbe detto che avrei fatto un film in uscita a San Valentino. La prossima volta esco il 2 novembre...io non sono così, mando a quel paese...Comunque,. la mia è una commedia brillante con un format deciso. “

Prima ha fatto una battuta: odio gli attori. Da come li tratta è l'opposto, giusto?
“ E' una battuta, però quando escono dalle roulotte alle 7 di mattina con un bellissimo sorriso, mi chiedo: perchè? Invece, li odio quando hanno finito. Tirano fuori il cellulare e già parlano del nuovo film in arrivo. Gli dico sempre: bisogna dare il massimo”.

Ha vinto con tutti i film che ha fatto. Cosa rimpiange?
“Spesso ricordo Francesco Nuti che ora non c'è più . Ero agli inizi e i film che abbiamo fatto insieme, le nostre storie, non le dimentico.Senza di lui oggi mi sento un orfano. Poi c'è stato Leonardo Pieraccioni con cui ho girato Il Ciclone, giorni belli dove gli dicevo: ti piace questa scena, sei contento? Avevo trovato Silvio Muccino, mi sembrava perfetto. E oggi sono qui.”

A raccontare una nuova generazione.
“Come i nostri protagonisti che hanno superato i 20 anni senza capire chi sono e cosa vogliono fare. Fino al finale dove ho cercato di essere più “vivo”all'interno del teatro.Le location esterne rimanevano le stesse, statiche, uguali. Dentro le sale e sotto il palco nasceva la storia. Un'idea che mi è piaciuta sin dall'inizio”.