"Pare Parecchio Parigi": il nuovo film di Pieraccioni
Questo è un film che nasce da un fatto realmente accaduto, una storia vera, a cui Leonardo Pieraccioni pensava da circa dodici anni. E' ironica, divertente, ma per la prima volta Pieraccioni che è protagonista, regista e produttore con Rai Cinema, mette in scena i sentimenti, i litigi le rivalità e le passioni: come accade nelle migliori famiglie. Ci sono due sorelle ed un fratello che non si parlano da anni, e c'è un padre anziano e malato che ha solo un sogno nella vita: vedere Parigi. I medici gli danno poco tempo da vivere e i tre fratelli, che mal si sopportano si riuniscono per fargli fare questo viaggio. Ma la Francia è lontana, sanno che non può affrontare un percorso così lungo e decidono di far finta di partire. Da Firenze e con un camper, alla volta della Francia, mentre in realtà girano per giorni intorno al maneggio del fratello. Sembra una storia banale? No, anzi non è solo un film, ma anche una lezione di cinema e di vita. Perché, come cantava Venditti “l’amore fa un lungo giro ,e poi ritorna”. . Bravi tutti gli attori: da Chiara Franchini a Giulia Bevilacqua e Nino Frassica, a cui si aggiunge l'icona Massimo Ceccherini. Forse, non c'era neanche bisogno di sottolinearlo: ma andate a vederlo, magari uscirete dal cinema migliori di quando siete entrati.
Pieraccioni, il suo film nasce da una storia vera, conferma?
“Sì, mi raccontarono di questi figli che dovevano andare a Parigi per accontentare il padre malato, erano passati 15 anni da quando aveva espresso questo desiderio, ma non era mai accaduto Il tempo passava e lui cominciava a spegnersi. Pentiti misero su una storia piena di promesse e amore, affittarono un camper e lo fecero salire.”
Cosa accadde?
"Quando partirono videro un sorriso sul suo viso, come non lo faceva da anni. Se questa storia come mi è stata raccontata è servita veramente a far sì che quell'uomo fosse felice, avrei fatto il film della mia vita. “
Perchè?
“Era il momento giusto. E' la prima volta che lascio il cabaret...mi sono emozionato quando ho detto: facciamo un film come se non fosse mio. Lo trovo bellissimo, lo ha detto anche mia figlia: papà sei stato bravo!”
Ha fatto tanti bei film , ha iniziato 30 anni fa...
“Sì, con I Laureati, scritto con Veronesi, ho raccontato i 40 e i 50. Alla soglia dei 60 ho puntato alla famiglia”.
Si diceva che avrebbe girati I Laureati 2.
“Di commedie ne abbiamo fatte tante, I Laureati era un film corale, ora sarebbe curioso ripensarci, ma mi chiedo: cosa avranno fatto quei laureati dopo 30 anni?
Soddisfatto?
“Faccio i film che vorrei vedere. Un esempio? Pare Parecchio Parigi è un film che se non l'avessi fatto, mi sarebbe rimasto di traverso. Io non smetto di fare film, e se mi “fanno” smettere...piuttosto vendo la biblioteca di casa e un film me lo faccio da solo...”.
Non accadrà mai! Quanti ricordi ha del passato?
“Tanti e anche belli, come il tour con Panariello e Conti al Palazzetto dello Sport...c'erano poche persone , e Capecchi il nostro manager e punto di riferimento, che diceva: stanotte fa freddo, andiamo via!”
È importante un sogno per Pieraccioni?
“Sì, per me è sempre il cinema che sa raccontare. Accade anche in questo film. C'è la presa di coscienza di un padre che sa che deve morire. Eppure, la meta è la felicità”.