Il rapporto
Aziende agricole e accordi di filiera? Gap di redditività del 25% tra chi aderisce e chi non lo fa
Un rapporto, quello presentato martedì 12 settembre a Roma a Palazzo Rospigliosi, dal quale emergono cifre di assoluto interesse per quel che riguarda le aziende agricole e le loro attività nei trienni 2014-2016 e 2018-2020. Un rapporto, quello del centro studi Divulga, che mette in evidenza come le aziende agricole che aderiscono agli accordi di filiera, come per esempio quello tra Coldiretti e Philip Morris, registrano incrementi di fatturato del 10,9%, mentre chi resta fuori dagli accordi registra un calo del 14,5 per cento. Il gap in termini di redditività, insomma, è superiore al 25 per cento.
I risultati emergono dal rapporto "Il valore degli accordi di filiera integrata in agricoltura", realizzato dal Centro Studi Divulga. Insomma, l'accordo di filiera funziona e porta a risultati economici molto positivi anche in termini di ricavi per unità di lavoro, che aumentano per le aziende che aderiscono (10,7%), a fronte di un calo in quelle non aderenti (-9,1%).
I risultati dell'analisi Divulga pongono l'accento sull'importanza degli accordi di filiera pluriennali per garantire alle imprese agricole italiane una prevedibilità di medio-lungo e una programmazione strategica e imprenditoriale fondata su buone pratiche agricole e del lavoro, soprattutto in un'ottica di sostenibilità e innovazione, capaci di accelerare la transizione eco-energetica e digitale. "I contratti di filiera rappresentano uno strumento fondamentale per lo sviluppo di produzioni 100% italiane, capaci di dare opportunità di lavoro e far crescere l'agricoltura Made in Italy in un contesto caratterizzato da una grande instabilità internazionale ma anche dall'impatto sempre più rilevante dei cambiamenti climatici sull'attività di impresa", ha rimarcato il Presidente della Coldiretti Ettore Prandini. Ma occorre prestare attenzione agli appuntamenti internazionali che nei prossimi mesi determineranno il futuro del settore. Come ha commentato Riccardo Fargione, Direttore del Centro Studi Divulga, "Divulga continua a mantenere la lente di ingrandimento su questi risultati. I prossimi mesi saranno importanti per questo settore: abbiamo davanti appuntamenti cruciali che avranno ricadute importanti su questo comparto, partendo dalla Conferenza delle Parti di Panama che precederà le direttive Europee sul tabacco - la direttiva sulle accise dei tabacchi e la direttiva sui prodotti del tabacco".
A tal proposito, secondo Patrizio Giacomo La Pietra, Sottosegretario di Stato per l'Agricoltura, ''Il made in Italy lo difendiamo portando avanti gli interessi nazionali. Noi abbiamo cambiato completamente approccio nei confronti dell'Europa perché andiamo lì e portiamo quelle che sono le esigenze dei nostri agricoltori, allevatori e pescatori. Difendiamo l'interesse nazionale e cioè gli interessi delle categorie. Un approccio completamente diverso dai governi che ci hanno preceduto e che sta dando i suoi frutti''.
La Pietra ha inoltre rivendicato il successo degli accordi di filiera stipulati nel 2023 per tutto il settore del tabacco: ''Abbiamo ottenuto un grande risultato perché quest'anno siamo riusciti a mettere a un tavolo tutte le altre multinazionali e salvaguardare tutta la coltivazione. Questo è solo il primo passo per cercare di coinvolgere le regioni più attive in questo comparto e dialogare tutti insieme per non creare differenze tra le varie regioni. Gli accordi di filiera dovrebbero essere adottati anche in altri comparti dell'agricoltura che oggi attraversano alcune criticità, come la filiera del grano. Sono convinto che questo esempio sia virtuoso e che possa essere applicato anche in altri settori per riuscire a compensare le criticità che stanno attraversando.'' – ha concluso il Sottosegretario. Accordi che anche secondo Mirco Carloni, Presidente della Commissione Agricoltura della Camera dei deputati, intervenuto all'evento, ''sono il futuro del nostro Paese.''
''Grazie a questo'' - ha proseguito Carloni - ''c'è un vantaggio economico per gli agricoltori che lo hanno sottoscritto e che vede maggior guadagno per coloro che hanno introdotto metodi di sostenibilità, creando una maggiore competitività per un prodotto strategico per l'Italia come il tabacco.'' Importante, secondo Carloni, una legislazione che rifletta a tutti i livelli la differenza tra i prodotti del tabacco convenzionali e i prodotti di nuova generazione senza combustione: ''La prima legge regionale sulla riduzione del danno porta il mio nome ed è la prima ad essere stata adottata. I prodotti senza combustione ci permettono di pensare a una possibilità di progresso e hanno messo l'Italia al centro di un importante innovazione.'' Intervenuta in collegamento anche l'Europarlamentare Daniela Rondinelli (PD, S&D), secondo cui gli appuntamenti legislativi europei che saranno preceduti dalla Conferenza delle Parti di Panama rappresentano un momento fondamentale per la sostenibilità del Made In Italy: ''Coldiretti sta facendo un lavoro importante nel lanciare esperienze innovative di business. Al centro di questi accordi c'è l'innovazione e la capacità di investire. Le prospettive di un'agricoltura nel settore tabacco - ha proseguito Rondinelli – devono trovare spazio a livello europeo. Le direttive sui prodotti del tabacco torneranno sul tavolo nella prossima legislatura e dovremo farci trovare pronti ad affrontare questi scenari con una legislazione che accompagni questi nuovi processi di sostenibilità. I decisori politici sono chiamati a difendere e a promuovere questo tipo di accordi di filiera".
Dello stesso avviso anche l'Eurodeputato Salvatore De Meo (Partito popolare europeo), intervenuto a margine dell'evento: ''C'è un lavoro sinergico da rafforzare ulteriormente. Il tabacco sicuramente non è un prodotto che trova un approccio positivo in Europa ma abbiamo invece fatto capire che si sta evolvendo anche la produzione del tabacco riscaldato come strumento che possa consentire una diversificazione e pian piano anche arrivare eventualmente ad una riduzione del fumo. Noi abbiamo bisogno di proteggere il made in Italy nella sua complessità: la iper-regolamentazione molto spesso produce un effetto contrario ed evidentemente anche di demonizzazione. Insisteremo proprio per far capire che dietro a ogni prodotto molto spesso abbiamo aziende a gestione familiare che intendono mettersi in discussione per garantire ulteriori standard qualitativi e anche di tipo ambientale. Questo è il tema che sosterremo proprio perché il made in Italy diventi un elemento identitario di tutto il continente europeo.'' - ha concluso De Meo. Il tabacco riveste da sempre una rilevanza particolare nel settore agroindustriale italiano, e in alcune regioni come Veneto, Umbria, Campania e Toscana, dove si concentra il 98,3% della produzione nazionale, l'attività̀ tabacchicola riveste tuttora un'importanza fondamentale per sostenere l'attività̀ primaria e per garantire la resilienza delle famiglie agricole.
Secondo Luigi Scordamaglia, Ad di Filiera Italia, ''Il modello di filiera che oggi abbiamo visto è in realtà l'unico modello che dà prospettiva e competitività a livello globale alla filiera agroalimentare italiana. Insieme, produzione agricola e trasformazione, riusciamo a fare tantissimo, contando per la prima volta nelle negoziazioni internazionali dove possiamo pretendere, con il nostro governo, che venga difeso il vero made in Italy dalla contraffazione - ha continuato Scordamaglia -. Insieme diventiamo competitivi a livello globale e riusciamo a raccontare quello Storytelling che ci consente di spiegare come il made in Italy italiano non sia solo qualità e sicurezza, ma anche grande sostenibilità e legame con il territorio. Solo chi riesce a consolidare la filiera vince oggi come mai a livello globale''.