L'analisi
Uilca: bene il settore bancario, ma attenzione agli Npl
Il Centro Studi Uilca Orietta Guerra presenta l’analisi sui conti economici 2021 dei dodici maggiori istituti di credito italiani . I dati evidenziano un incremento complessivo dell’utile contabile pari a 8,6 miliardi di euro rispetto allo stesso periodo del 2020. La maggioranza delle banche analizzate hanno ottenuto nel 2021 un risultato economico positivo con un utile contabile che, complessivamente, si attesta a 8,2 miliardi di euro. La maggiore efficienza si evidenzia anche da cost/income in miglioramento per quasi tutte le banche oggetto dell’analisi.
La ripresa nel 2021, che grazie al contenimento della pandemia da Covid-19 ha permesso di tornare a una quasi normalità economica, ha consentito la riduzione delle rettifiche su crediti deteriorati per 5,9 miliardi di euro, rispetto al dato dell’anno precedente. Inoltre, l’aumento dei ricavi (+6%) e soprattutto delle commissioni salite a 2,7 miliardi di euro (+13,3%), nonostante la diminuzione del margine d’interesse (–1,6%), permette alle banche di migliorare notevolmente la performance complessiva del conto economico.
Le previsioni economiche per il 2022 sono state ridotte ovunque, sia per la crescita dell’inflazione originata, particolarmente, dalla tensione sui prezzi delle materie prime energetiche e non, sia per le conseguenze geo economiche dovute a tensioni politiche internazionali e alla recente esplosione della guerra Russia-Ucraina, i cui effetti potranno essere ulteriormente negativi, benché al momento non del tutto prevedibili.
“La crescita dell’inflazione – commenta Fulvio Furlan, segretario generale Uilca – erode i salari delle lavoratrici e dei lavoratori e delle pensioni, colpendo soprattutto quelle più basse, che sono la maggioranza, impoverendone il potere d’acquisto. Questo è un fattore di rischio che potrebbe accrescere le tensioni sociali nel Paese e, associato all’aumento dei costi di produzione non sempre trasferibili nei prezzi finali, potrebbe portare le aziende a ridurre il costo del personale con licenziamenti e a utilizzare contratti a termine”.
Per Roberto Telatin, responsabile del Centro Studi Uilca Orietta Guerra, “Gli aumenti dei prezzi delle materie prime e del costo dell’energia si stanno trasferendo, com’era prevedibile, già da alcuni mesi, nei prezzi finali di prodotti e servizi, creando problemi finanziari ai consumatori e anche alle imprese. In quest’ambito le incognite della guerra costituiscono motivo di grande preoccupazione”.
Non bisogna dimenticare che i rincari energetici rischiano di far chiudere molte imprese. Questo per il sistema bancario potrebbe rappresentare un problema poiché, pur avendo ridotto i crediti deteriorati nel corso del 2021, le previsioni di una minor crescita economica rispetto a quanto previsto mesi fa rischiano di far crescere ancora gli Npl (Non Performing Loans), costringendo così le banche ad aumentare nuovamente le rettifiche su crediti.
I crediti deteriorati, nelle banche analizzate, grazie soprattutto alle continue cessioni a operatori specializzati sono alla fine del 2021 mediamente pari all’1,8% dei crediti netti, contro il 2,4% del dicembre 2020. Dall’analisi Uilca sul settore bancario si evince che, oggi, il 69,3% dei crediti deteriorati è costituito da Utp (Unlikely To Pay), ovvero finanziamenti a soggetti che sono in tensione finanziaria, ma non ancora in default.
Il compito per il sistema bancario nel prossimo futuro sarà impegnativo perché dovrà necessariamente, nel breve-medio periodo, svolgere un ruolo di ammortizzatore per le imprese e per i cittadini a corto di liquidità. “Se non arriveranno sussidi governativi per le imprese che chiudono e i cittadini continueranno a non consumare, si avranno impatti notevoli, non solo sull’economia e sulla società, ma anche nei bilanci degli istituti di credito”, aggiunge Telatin.
“Abbiamo di fronte prospettive di enorme difficoltà per il dramma che si sta svolgendo in Ucraina. Libertà e democrazia devono prevalere e serve una mobilitazione collettiva di tutti i Paesi e delle forze politiche e sociali che credono nella democrazia e nel dialogo, per ripristinare la pace al più presto ed evitare disastrose conseguenze umane, sociali ed economiche”, dichiara inoltre il segretario generale Uilca Furlan. “Nei settori che seguiamo come Uilca, a partire da quello bancario, serve una strategia chiara, anche con indirizzo politico, che faccia prevalere visioni industriali di lungo periodo, anche in merito a future aggregazioni, inserite in un sistema pluralista in grado di sostenere l’occupazione e lo sviluppo del Paese, sostenere famiglie e imprese e utilizzare al meglio le risorse del Pnrr”.