(Adnkronos) - Nel gennaio 2001 la Corte di Cassazione, in applicazione di questa norma, ha accertato la lottizzazione abusiva dell'area di Punta Perotti e ha confiscato i terreni e gli immobili, assolvendo i legali rappresentanti delle imprese lottizzanti per errore nella interpretazione della legge. A seguito di tale sentenza la societa' Sudfondi ha proposto il ricorso alla Corte Europea dei Diritti dell'Uomo contro lo Stato italiano, ritenendo la misura della confisca incompatibile con la ritenuta assenza di reato che ha portato alla assoluzione. "Il Comune non e' mai stato parte di questo giudizio - ha insistito il sindaco Emiliano - poiche' esso non ha alcuna responsabilita' in ordine alla emanazione della legge 47/85 ne' in ordine alla interpretazione che le ha dato la Corte di Cassazione, oggetto del ricorso. Per quanto riguarda la demolizione di Punta Perotti, l'abbattimento resta un atto indiscusso di ripristino della legalita', e questo e' stato riconosciuto tanto dal Governo, quanto dalla Corte Europea. Il Comune di Bari, abbattendo quegli edifici, non solo ha rispettato una sentenza della Cassazione, ma ha adempiuto ad una precisa norma del 2004 del Governo Berlusconi che imponeva la demolizione". Come ricorda Emiliano , il direttore generale per i Beni Architettonici e Paesaggistici del Ministero per i Beni e le Attivita' Culturali dell'epoca, "verificato il mancato esercizio del potere di demolizione delle opere abusive gia' confiscate a favore del Comune con sentenza penale passata in giudicato", diffidava il Comune "a provvedere entro il termine di 60 giorni, invitando la Regione Puglia ad esercitare, ove occorra, il potere sostitutivo. Il Direttore Generale, accertata l'ulteriore inerzia del Comune, nonche' il mancato esercizio del potere sostitutivo da parte della Regione, provvede agli interventi di demolizione avvalendosi a tal fine delle strutture tecniche del Ministero della Difesa". "Il danno lamentato dai costruttori - ha concluso il sindaco - non e' peraltro relativo alla demolizione, avvenuta oltre 5 anni dopo la presentazione del ricorso alla Corte Europea, ma esclusivamente alla confisca dei suoli".




