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Dibattiti Adnkronos, Virzì: ''In 'Tutti i santi giorni' ho messo via il mio sarcasmo''

domenica 21 ottobre 2012
Dibattiti Adnkronos, Virzì: ''In 'Tutti i santi giorni' ho messo via il mio sarcasmo''

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Roma, 16 ott. (Adnkronos/Ign) - "In questo film ho messo via il mio sarcasmo". Così il regista livornese Paolo Virzì, ospite dello spazio 'Dibattiti Adnkronos', parlando del suo ultimo lavoro, 'Tutti i santi giorni', una commedia dai forti legami con l'attualità. Una pellicola in cui, ha aggiunto Virzì, "ho avvertito il desiderio di dare attenzione alle creature che in Italia meritano uno sguardo affettuoso". E ancora: "In questo momento non avrei voglia di raccontare il clima di potere di questi ultimi anni. Ho una certa nausea, stanchezza, ripulsa. Ho voglia, piuttosto, di dare il palcoscenico ad altre persone" dice Virzì, che si sofferma sullo spazio dato nel film attualmente nelle sale ai sentimenti e alle persone semplici: "La storia d'amore di una giovane coppia un po' strampalata nella quale ognuno si prende cura dell'altro". "Quando c'è stato lo scandalo della Regione Lazio così grottesco, da cinepanettone - dice - c'era un articolo di Michele Serra che, a differenza di quanto mi capiti sempre, non ho condiviso. Non credo, infatti, che 'gli italiani sono i Fiorito'. Qualcuno sì, ma non la maggioranza. Fiorito - osserva - ha goduto di visibilità a scapito di tante persone che pagano il biglietto dell'autobus, che fanno la raccolta differenziata, che non parcheggiano in doppia fila". "E' vero che noi siamo un popolo anche stolto, ma ho la sensazione che di persone amabili sia piena l'Italia. Noi, comunque - chiarisce il regista - raccontiamo delle storielle, cerchiamo di avvicinarci al cuore delle persone. Non abbiamo ricette per la società italiana, anche se so che questo è un periodo in cui si affidano a comici e registi ricette per salvare l'Italia. Sento, però, che in 'Tutti i santi giorni' spira un desiderio di riprestare attenzione a quelle creature che in Italia meritano uno sguardo affettuoso". "Mi sono sentito chiedere - racconta Virzì - se esista nella realtà un portiere d'albergo così colto, civile, fine come quello del mio film. Beh, a me è capitato di conoscere tassisti o baristi che siano persone di cultura". Di come è andato al botteghino 'Tutti i santi giorni', nelle sale da giovedì 11 ottobre, il regista si dice "soddisfatto" perché, "al di là delle classifiche e della quantità di denaro, mi fa molto piacere che 200mila persone siano andate a vedere il mio film. Si potrebbe dire che è iniziata la stagione cinematografica". Quanto alle critiche positive per lo spazio dati ai sentimenti, più di quanto abbia fatto nei precedenti film, Virzì osserva: "Va bene l'accento della critica sulla dolcezza, sul sentimento anche se fa sollevare il sopracciglio a qualcuno. Siamo abituati a considerare il capitolo 'sentimenti' come una cosa da lasciare alla cultura bassa, alla letteratura dozzinale e quindi lasciamo fare i film sui sentimenti a Wong Kar-wai". Il regista si esprime anche sulla novità delle uscite in sala il giovedì, anziché il venerdì: "Giovedì è il giorno degli gnocchi - scherza - ma in realtà - torna serio - per il momento non è una cosa valutabile perché sono solo due settimane che è così. Potrebbe aiutare il passaparola, come dicono alcuni, ma d'altra parte si può anche dire che toglie un giorno alla tenitura del film che poi verrà smontato un giorno prima". "Ora è presto per dirlo, ma è un tentativo interessante perché in effetti il giovedì rischiava di essere un giorno un po' morto per la settimana cinematografica: il mercoledì curiosamente era un giorno migliore perché c'è il prezzo del biglietto favorito per gli studenti, mentre il giovedì era quell'interregno, terra di nessuno. Adesso però non ci sono ancora segnali decisivi, è come se le persone ancora non sapessero che il giovedì ci sono le nuove uscite. Si deve creare la fidelizzazione, l'abitudine a questa novità. Presto lo valuteremo. E' uno dei tanti tentativi rispetto ad una situazione un pochino drammatica o almeno così considerata". Secondo Virzì, infatti, le cose non stanno proprio così: "Sui media circolano solo pareri o disperati o esaltati. Le sfumature è raro che trovino spazio. Quest'anno già si era stabilito che il cinema in Italia era finito. E mi ha fatto pensare un bellissimo pezzo di repertorio che mi ha fatto vedere il mio amico Enzo Monteleone: Fellini intervistato su un set sulla crisi del cinema italiano nel 1960 o 1962-63. Stava girando 'Otto e mezzo'. E' curioso che, mentre il cinema italiano stava sfornando i suoi più grandi capolavori, si parlava già di crisi del cinema italiano". E aggiunge: "La verità è che ci sono stagioni in cui, non essendo il nostro un apparato industriale come quello americano, ma un territorio per persone avventurose (i nostri produttori tradizionalmente erano per l'appunto figure pittoresche), ha sempre avuto la caratteristica di essere un'industria di prototipi non proprio industriale e di avere di conseguenza questi risultati altalenanti fortissimi o deprimenti e così è in questa stagione". "L'anno scorso a gennaio-febbraio - fa notare - si sono stappate bottiglie di champagne perché la quota di mercato era occupata per il 42% da un prodotto italiano (più della Francia, secondi solo all'America) e adesso, qualche mese dopo, si dice l'opposto, io quindi ci andrei cauto". Tra i temi del dibattito con il regista, oltre alla sua ultima pellicola e allo stato del nostro cinema, trova spazio anche una battuta sulle primarie del Pd: "Voterò sicuramente, ma non so ancora per chi". Comunque, prosegue, "sceglierò sulla base delle persone che riescono ad aggregare intorno a loro perché sarà fondamentale la squadra di governo". Non mancherà dunque il suo voto, ma Virzì non si sbilancia troppo. "Non credo nelle soubrette della politica, non voglio votare come si vota a un talent show, come si vota a 'X Factor', dove si vota chi ti sta più simpatico o ha la camicia striata. Preferisco scegliere - ribadisce - sulla base delle persone che riescono ad aggregare intorno a loro". Quanto alla nota antipatia dei livornesi verso i fiorentini, scherza: "Noi livornesi abbiamo da sempre un parere ironicamente polemico nei confronti dei fiorentini, perché ci sono stati secoli di potere mediceo sulla nostra città e infatti abbiamo esultato quando Marchionne li ha insultati. Ci è dispiaciuto solo quando non si è espresso su Pisa". Per quanto riguarda il futuro professionale, il nuovo progetto del regista "è ispirato al thriller americano 'Il capitale umano'. L'autore, Amidon Stephen, ricorda Tom Wolfe, ma è anche meglio. In Italia il romanzo è uscito per Mondadori". Lo annuncia lo stesso Virzì ai 'Dibattiti Adnkronos', entrando nel dettaglio: "Questo romanzo racconta le conseguenze sulle persone della grande ansia del denaro nell'epoca dei grandi crolli finanziari e la disinvoltura con cui si sono fatti i denari con i derivati finanziari". Insomma, "quello che stiamo vivendo". "Il copione è stato scritto l'anno scorso con Francesco Bruni e Francesco Piccolo - fa sapere - avrei dovuto fare il film con Medusa che si è tirata indietro mutando linea editoriale rispetto al cinema italiano. Medusa, infatti, ha lasciato cadere questo mio film, ma anche quello di Tornatore e Ozpetek. Sembra stia puntando di più su prodotti di Valsecchi come 'I soliti idioti'". Il film sarà infatti prodotto dalla Motorino Amaranto dello stesso Virzì con Rai Cinema.